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DIRITTI DEI CONSUMATORI E CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA L'Avvocato risponde 

DIRITTI DEI CONSUMATORI E CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA

In merito alla notizia ieri pubblicata dal nostro giornale, riferita ad un maxi sequestro di articoli commerciali non conformi alle norme, non tutti sanno che anche la Corte di Giustizia dell’Unione Europea, con attività costante dal lontano 1952, tende a garantire il rispetto e la giusta applicazione dei diritti dei consumatori, all’interno degli Stati membri.

In questi 70 anni, sono state numerosissime le pronuncie per l’integrazione europea nella difesa dei cittadini: insieme all’avvocato Simone Labonia ed al suo staff di lavoro, abbiamo fatto un rapido excursus su tali argomenti, che vogliamo condividere con i nostri lettori, per una più ampia visione del diritto comunitario, nell’ambito delle diverse argomentazioni trattate.

In riferimento ai prodotti alimentari, nel 2015 la Corte ha sancito il diritto dei consumatori ad informazioni corrette ed imparziali, in merito alla composizione di un prodotto, che deve quindi essere specificata sulla confezione senza indurre in errore, indicando presenze di componenti inesistenti (sent.0406/2015): questa massima è stata allargata anche alle bevande ed alle acque minerali, per cui è necessario indicare la quantità complessiva di sodio presente sotto qualunque forma (sent. 1712/2015).
Anche il riferimento all’impatto di detti prodotti sulla salute è di basilare importanza: in conseguenza, la pubblicità in tali settori, non può invogliare all’uso di sostanze, che vadano contro i principi nutrizionali generalmente consigliati (sent. 0806/2017). Sempre per non abusare della credulità dei consumatori, non possono essere adoperate denominazioni riservate ai prodotti animali, per pubblicizzare sostanze vegetali: ad esempio “latte di soia, burro di tufo o formaggio vegetale” (sent.1406/2012).
Il Diritto dell’Unione vieta altresì le pratiche commerciali sleali ed ingannevoli, atte a falsare le decisioni dei consumatori: come ad esempio quelle attuate per dare la falsa impressione di aver vinto un premio, quando invece bisogna sostenere un costo per ricevere la merce (sent. 1810/2012).
In questa ottica è stato sancito che, il costo di una chiamata per accesso ad assistenza post vendita, non può mai eccedere quello di una normale telefonata (sent. 0203/2017).

In riferimento poi alle vendite per corrispondenza, ci precisa l’avvocato Simona Labonia, la Corte ha più volte esplicitato i diritti spettanti, nell’ambito di tale tipo di contrattualistica.

In caso di diritto di recesso entro 7 giorni lavorativi, non possono essere addebitate le spese per la consegna del bene: può dover rispondere, il consumatore, in riferimento a quelle di spedizione al mittente (sent. 0309/2009).
Inoltre, nei 6 mesi dalla consegna, si possono eccepire difetti di conformità, senza alcun ulteriore onere dimostrativo da parte del consumatore stesso
(sent. 0406/2015).

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