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NEMMENO IL COGNOME È PIÙ UNA CERTEZZA! L'Avvocato risponde 

NEMMENO IL COGNOME È PIÙ UNA CERTEZZA!

Molti lettori ci hanno chiesto lumi, in riferimento alle nuove norme che regolano l’assegnazione del cognome!
Ciò facciamo con l’aiuto di un approfondimento di Paola Nobile, in collaborazione con lo Studio Legale Labonia.

Nel nostro ordinamento non c’è mai stata una precisa disposizione che disciplinasse l’attribuzione del cognome. Vi è stata però una prassi, ovvero la consuetudine di tramandare il cognome paterno: il patronimico.
Da qualche anno, però, è divenuta incostituzionale la norma che prevede l’automatica attribuzione del cognome paterno, in presenza di diversa e concorde volontà dei genitori.
Con la sentenza n. 131 del 2022, la Corte Costituzionale è intervenuta in riferimento all’art. 262 cc, dichiarandone l’illegittimità, in particolare nella parte che prevede, nell’ipotesi di riconoscimento effettuato contemporaneamente da parte dei genitori, che il figlio assumesse solo il cognome del padre, anziché quello di entrambi, nell’ordine dai medesimi concordato: fatto salvo l’accordo, al momento del riconoscimento, di attribuirne solo uno.
È poi intervenuta anche una circolare del Ministero dell’Interno, a conferma operativa di quanto sancito dalla Consulta.
Solo se manca l’accordo dei genitori sulla sequenza dei cognomi, deciderà il giudice mentre, se le parti nulla specificano, si applicherà il doppio cognome, nell’ordine da loro stabilito.
Ricordiamo che è sufficiente la presenza di un solo genitore che si assuma la responsabilità della dichiarazione, anche per l’attribuzione del cognome unico.

Questa scelta normativa, che tende ad annullare “l’invisibilità della madre” all’interno di una struttura familiare, potrebbe essere foriera di grosse problematiche operative.
Di fatto, si potrebbe verificare che alcuni fratelli abbiano cognomi diversi, per differenti decisioni da parte dei genitori: così come esiste il grosso rischio della “moltiplicazione dei cognomi“, laddove prosegua in progressione geometrica, di generazione in generazione.
La stessa Consulta, quindi, ha sollecitato un intervento della politica, atto a trovare soluzione a questo problema che rimane tale, sia per i figli naturali che per quelli adottivi.

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