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La Normativa Italiana contro lo Stalking. Divieto di Avvicinamento e Sanzioni. L'Avvocato risponde 

La Normativa Italiana contro lo Stalking. Divieto di Avvicinamento e Sanzioni.

Notizia recente di cronaca, l’arresto in flagranza di un ex coniuge, che non aveva rispettato il divieto di avvicinamento: commentiamo con l’aiuto dell’avvocato Simone Labonia.

Lo stalking è un fenomeno complesso e pericoloso che minaccia la sicurezza e la salute mentale delle persone. La legislazione italiana ha adottato misure rigorose per contrastare questo comportamento, tra cui il divieto di avvicinamento, e pene severe per coloro che lo violano.

Secondo il codice penale italiano, lo stalking è definito come un insieme di azioni persecutorie ripetute, che causano timore o preoccupazione alla vittima. Queste azioni possono includere appostamenti, minacce, molestie telefoniche o attraverso i social media, e altre forme di contatto non desiderato.

Il divieto di avvicinamento è una misura giudiziaria che impone al persecutore di mantenere una certa distanza dalla vittima, evitando qualsiasi contatto o comunicazione con essa. Questa restrizione può essere accompagnata da altre disposizioni, come il divieto di frequentare determinati luoghi frequentati dalla vittima o di avvicinarsi alla sua residenza o al suo luogo di lavoro.

Le pene per coloro che violano il divieto di avvicinamento possono essere severe. Secondo l’articolo 612-bis del codice penale, il reato di stalking è punibile con la reclusione da 6 mesi a 4 anni. Questa pena può essere aumentata se il reato è commesso nei confronti di un coniuge o di un ex coniuge, un partner o un ex partner, o un familiare, portando la reclusione fino a 6 anni.

Tuttavia, nonostante le disposizioni legali, lo stalking rimane un problema sociale e penale diffuso. Spesso, si tratta di un riflesso di dinamiche relazionali disfunzionali o di problemi di controllo e possessività da parte del persecutore. La mancanza di consapevolezza e di educazione riguardo al rispetto dei confini personali, può contribuire alla persistenza di questo comportamento dannoso.

La Corte di Cassazione ha ribadito l’importanza del fenomeno e la necessità di applicare rigorosamente le norme esistenti, per proteggere le vittime. Tuttavia, è necessario un approccio che comprenda non solo sanzioni penali, ma anche interventi di prevenzione, sostegno alle vittime e programmi di rieducazione per chi commette tale genere di reato..

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