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Il Patto di Scambio tra Politica e Mafia: analisi legale e sociale. L'Avvocato risponde 

Il Patto di Scambio tra Politica e Mafia: analisi legale e sociale.

Nell’avvicinarsi delle prossime elezioni, commentiamo con l’avvocato Simone Labonia un argomento particolarmente delicato.

Il “patto di scambio” tra politica e mafia, che rappresenta un fenomeno nefasto, che mina le fondamenta stesse dello Stato di diritto.
La legislazione italiana è ferma nel condannare e punire severamente chiunque si renda colpevole di tale reato, secondo quanto previsto dal Codice Penale.

Secondo l’articolo 416 bis c.p., il patto di scambio politica-mafia è definito come l’accordo tra un membro di un’organizzazione mafiosa e un pubblico ufficiale o un eletto, finalizzato a condizionare o influenzare l’attività dell’ente pubblico in cambio di favori o vantaggi di qualsiasi natura.
Questo reato è punibile con la reclusione da sei a dodici anni.

La normativa vigente mira a colpire duramente coloro che si macchiano di simili illeciti, riconoscendo la gravità dell’ingerenza della criminalità organizzata, nel funzionamento delle istituzioni democratiche.

Tuttavia, la lotta contro tale fenomeno va oltre l’ambito legislativo. È necessario affrontare anche i risvolti sociali di questa piaga, che mina la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e alimenta il senso di impunità della criminalità organizzata.

I casi giunti fino alla Cassazione hanno spesso portato a conferme delle condanne pronunciate nei gradi precedenti, sottolineando la determinazione della magistratura nel contrastare questa forma di corruzione ed illecite collusioni.

Una minaccia per la democrazia e lo Stato di diritto, quindi, per cui è necessario un impegno costante e coordinato delle istituzioni, della magistratura e della società civile, teso a ripristinare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni democratiche.

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