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UNA PALPATINA CHE DURA MENO DI 10 SECONDI NON È CONSIDERATA REATO?? L'Avvocato risponde 

UNA PALPATINA CHE DURA MENO DI 10 SECONDI NON È CONSIDERATA REATO??

Una recente sentenza del Tribunale di Roma, riportata da una nota testata nazionale, ha suscitato ampie reazioni negative (ed è destinata a suscitarne altre), non solo da parte degli attivisti che combattono le violenze di genere, ma anche da parte di tutti quei benpensanti, abituati ad un’educazione rispettosa del prossimo, che non hanno digerito una pronuncia così permissiva.
Il caso nasce nello scorso 2022, anno in cui il bidello di una scuola romana, ha avuto la malaugurata idea di palpeggiare il fondoschiena di un’alunna diciassettenne, intenta a salire le scale dell’Istituto. L’ondeggiare dell’andatura, evidentemente, ha smosso oltre che i fianchi della ragazza, anche le fantasie dell’attempato bidello, costringendolo a tastare con mano quello che gli occhi vedevano.
In un primo momento il P.M. aveva (correttamente) chiesto la reclusione di 3 anni e 6 mesi, ma i giudicanti non hanno accolto l’istanza persecutoria perché, pur dando credito al racconto della ragazza, hanno ritenuto che il gesto, per la sua rapidità di attuazione, non costituiva molestia o violenza sessuale.
Accolta, quindi, la linea difensiva, basata sul fatto che, la maldestra manovra, altro non costituiva se non un gesto scherzoso:
quindi il comportamento è stato ritenuto privo di intento libidinoso e di concupiscenza.
Molti (o quasi tutti), hanno ritenuto dannosa questa sentenza, assolutamente contraria allo spirito della legge ex articolo 609-bis Codice Penale, che individua come violenza sessuale qualsiasi atto che si manifesti con un contatto corporeo, seppur fugace ed estemporaneo, tra un soggetto attivo, ed uno passivo che subisce l’evento invasivo.
Nessuna traccia, nella legge, fa cenno ad una maggiore o minore durata del gesto: il reato si configura nel momento stesso in cui viene violata la volontà di un soggetto, al di là dei tempi di attuazione.
Già in altri articoli abbiamo accennato come, questo orientamento dei Tribunali italiani, abbia spesso incontrato la censura della Corte Europea dei Diritti Umani, che ha stigmatizzato come non debba avere nessuna rilevanza il comportamento apparente delle vittime, rispetto alla totale intolleranza di atti di sopruso, (di tipo sessista o quant’altro), ma sempre da sanzionare.
Di recente, una giornalista televisiva ha ricevuto, fuori dallo stadio dove stava lavorando, una pacca da un passante ed, alle sue rimostranze, un collega aveva sminuito il fatto, invitandola a prendere il gesto con maggiore sportività.
Permissivismo sì: ma fino a un certo limite. (Fonte: Corriere della Sera)

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