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SMISHING E TRUFFE INFORMATICHE L'Avvocato risponde 

SMISHING E TRUFFE INFORMATICHE

Dobbiamo adeguarci ai termini che ormai stanno, sempre più, prendendo il sopravvento su quelli a cui eravamo abituati.
È il caso dello “smishing”, parola inglese che deriva dalla fusione dei termini “SMS” che tutti conosciamo, e “Fishing”, ovvero la cosiddetta pesca del soggetto da truffare.
Di recente, oltre agli SMS, sono state utilizzate anche altre applicazioni per delinquere, come WhatsApp e Telegram, basandosi però sempre sullo stesso meccanismo di ingegneria sociale, finalizzata alla truffa telematica.
Ovviamente, scopo principale è quello di riuscire a carpire informazioni importanti, di natura economica e bancaria.
Spesso i messaggi di Smishing invitano le potenziali vittime a cliccare su link contenuti nel testo del messaggio, ed effettuare le attività richieste nella pagina a cui si viene trasferiti: per cui sono le stesse vittime a fornire notizie che potranno essere poi sfruttate contro di loro.
Molto nota è la forma in cui si richiedono informazioni per consegna di pacchi, rischiando di perdere gli oggetti di tale spedizione se non si ottempera: adatta sempre a ricevere notizie private in riferimento agli appartamenti ed agli orari di presenza dei proprietari negli stessi.
Il denominatore comune è, comunque, sempre determinato da modalità telematiche ed utilizzo di tecnologie informatiche.
Il meccanismo principale, però, fa sempre leva sulla natura umana, che viene abilmente manipolata a scopo truffaldino.
Si fa sempre pressione su una debolezza caratteriale ed, in breve, tale debolezza diventa la chiave di accesso che consente l’attuazione del crimine.
Le principali leve su cui gli hackers fanno affidamento sono svariate: “la paura”, facendo temere alle vittime un male ingiusto per sé o per i familiari, “l’avidità”, proponendo guadagni particolari o acquisti di beni a prezzi molto vantaggiosi, “l’ignoranza”, determinata dalla scarsa conoscenza delle tecnologie informatiche e che porta a fornire dati sensibili su password e credenziali di conti correnti.
Vi è poi chi viene tratto in errore per un sentimento di “compassione”, dando per buone notizie su necessità di persone bisognose o per un senso di protezione verso gli animali.
Dunque, è sempre la debolezza dell’animo umano che spalanca le porte agli approfittatori.
Esiste un sito istituzionale del Garante della Privacy, che fornisce indicazioni specifiche su come proteggersi da questo dilagare di reati in rete, e sarebbe utile che tutti approfondissero le proprie conoscenze in materia, per non diventare oggetto di future ed abilissime truffe.

Per maggiori informazioni è possibile richiedere la consulenza specifica dei legali dello Studio Legale Labonia.

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