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GIOCARE AL MEDICO E ALL’AMMALATO PUÒ ESSERE MOLTO PERICOLOSO! L'Avvocato risponde 

GIOCARE AL MEDICO E ALL’AMMALATO PUÒ ESSERE MOLTO PERICOLOSO!

L’esercizio abusivo di professione, soprattutto nel campo medico, rappresenta una grave violazione delle norme etiche e legali che regolamentano la pratica professionale. Questo fenomeno non solo mette a rischio la salute e la sicurezza dei pazienti, ma mina anche la fiducia nel sistema sanitario e nell’operato dei professionisti.

In questo articolo, con l’aiuto dell’avvocato Simone Labonia, esploreremo la normativa vigente, in merito alla notizia, di recente pubblicata dal nostro giornale, riferita alla illecita attività di una falsa laureata in medicina estetica.

L’esercizio abusivo di professione è disciplinato dall’articolo 348 del Codice Penale, che punisce chiunque, abusivamente e senza le necessarie autorizzazioni, esercita una professione per la quale è richiesta una particolare abilitazione. Nel caso specifico della professione medica, possono sorgere conseguenze disastrose sulla salute dei pazienti.

Inoltre, può configurarsi anche il reato di truffa e falso. La truffa è regolamentata dagli articoli 640 e seguenti del Codice Penale, e consiste nell’ingannare una persona al fine di procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto: nel caso specifico al fine di ottenere compensi o vantaggi indebiti.

Il falso, invece, è regolamentato dagli articoli 479 e seguenti del Codice Penale, e consiste nell’alterare la verità in scrittura privata o pubblica, sempre al fine di trarre un ingiusto profitto o arrecare danno a altri. Nel contesto dell’esercizio abusivo di professione, il falso può verificarsi quando il soggetto falsifica documenti o certificati al fine di ottenere l’autorizzazione all’esercizio della professione o di garantire la propria qualifica professionale.

La Cassazione ha avuto modo di pronunciarsi su numerosi casi, contribuendo a consolidare la giurisprudenza in materia ed offrendo orientamenti chiari e precisi agli operatori del diritto e ai magistrati chiamati a giudicare questi reati.

L’indebito arricchimento, inoltre, è disciplinato dall’articolo 2041 del Codice Civile, che prevede l’obbligo di restituire ciò che è stato indebitamente percepito senza giustificato motivo. Pertanto, coloro che abbiano ottenuto pagamenti in violazione delle norme sulle professioni o mediante pratiche truffaldine potrebbero essere chiamati a rispondere civilmente per il danno arrecato e a restituire le somme percepite in modo illecito.

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