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CASO EMANUELA ORLANDI E SEQUESTRO DI PERSONA L'Avvocato risponde 

CASO EMANUELA ORLANDI E SEQUESTRO DI PERSONA

Attualissima la notizia dell’apertura di un’inchiesta, da parte del Vaticano, a circa 40 anni dalla scomparsa di Emanuela Orlandi, cittadina dello Stato Pontificio.

In questo lungo periodo sono state avanzate le più disparate ipotesi sulla costruzione di complotti, in merito alla sparizione della quindicenne, che seguiva di solo un mese un’altra analoga vicenda, sempre riferita ad una quindicenne non più ritrovata, di nome Mirella Gregori.
Il primo intervento ufficiale di inchiesta vaticana risale al 2012, ovvero circa 10 anni fa, avviato da Benedetto XVI: inchiesta che ha lasciato molto dubbiosi coloro che ne hanno seguito le vicende.
Fu interrogato un monsignore, che aveva visto per ultimo la giovane Emanuela, essendo il suo maestro di canto: ma tutto fu messo a tacere.
Si ipotizzò anche una pista comune con l’attentato a Papa Giovanni Paolo II, e collusioni con la Banda della Magliana, tali da far addirittura riaprire delle tombe in Sant’Apollinare.
Ovviamente è una storia troppo complessa per poter essere approfondita in questa rubrica ma, come al solito, possiamo dare uno sguardo a ciò che afferma la nostra normativa, in merito ai sequestri di persona.
Tale illecito viene disciplinato dall’articolo 605 del Codice Penale, che dispone la reclusione da 6 mesi a 8 anni.
Il sequestro di persona consiste nel privare volontariamente qualcuno della propria libertà personale fisica.
Una sentenza della Cassazione Penale, la n. 38014/2019, ha stabilito che, quando il sequestro concorre con il reato di violenza sessuale, viene assorbito in questa seconda fattispecie, laddove la privazione della libertà si protragga solo per il tempo strettamente necessario a commettere l’abuso. Nel caso di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori si aprono ipotesi infinite, che lasciano ancora nel mistero ciò che effettivamente è accaduto.

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