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REATI DI HACKERAGGIO L'Avvocato risponde 

REATI DI HACKERAGGIO

Ormai è chiaro a tutti il triste concetto che, la terza guerra mondiale, è una realtà che viviamo giorno per giorno, senza nemmeno rendercene più conto.

I focolai di belligeranza armata sono sparsi su tutto il globo a macchia di leopardo e, anche quelle zone che non sono investite da scoppi di bombe o attacchi missilistici, vivono comunque i disagi prodotti, a livello generale, dalle conseguenziali problematiche economiche che coinvolgono anche i paesi non direttamente coinvolti in un conflitto.

Ogni epoca ha i suoi sistemi di combattimento: dalla clava del preistorico, alla daga dell’Impero Romano, alle macchine d’assedio del Medioevo, fino ad arrivare ai moschetti della Prima Guerra Mondiale in trincea, agli aeromobili della seconda, per finire con i missili a lunga gittata dei nostri giorni.

Ma questi non sono gli unici sistemi per attaccare un nemico e produrre danni: oggi c’è un modo molto più subdolo e pericoloso, che consiste nell’ attacco sistematico delle reti Internet, con un conseguente annientamento e destabilizzazione di tutti i sistemi collegati.
È di ieri l’ufficializzazione di un attacco hacker a molteplici reti della nostra Nazione, da parte di operatori russi, in risposta alla disponibilità manifestata dal nostro Governo nel proseguire con gli aiuti militari al Ucraina.

Ma manteniamoci allo scopo della nostra rubrica e facciamo un quadro di come risponda il nostro ordinamento a tale genere di reato. L’articolo 615 Codice Penale, tratta proprio dell’accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico, protetto da misure di sicurezza, contro la volontà di chi ne ha diritto, e stabilisce una pena della reclusione fino a 3 anni.

I principali reati informatici sono: la truffa, la diffamazione, la frode, le intercettazioni, il cyberbullismo e la pedopornografia.
Vi è poi la pratica di “hacking”, che mira alla compromissione di dispositivi digitali in genere e persino di intere reti, come poc’anzi citato.

Non è semplice riuscire ad individuare e perseguire chi commette detti illeciti: di fatto il più famoso hacker si chiama “Anonymous”, proprio per la sua capacità di non essere identificato. Non fa capo a nessun leader o partito politico, traendo forza dal potere collettivo dei partecipanti i quali, pur agendo individualmente, tendono a produrre un effetto sulla rete che sia di beneficio a tutto il gruppo.

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