GITE SCOLASTICHE E “CULPA IN VIGILANDO”
L’arrivo della Primavera porta allegria nei cuori di chiunque e le organizzazioni di giornate all’aperto e scampagnate, ci mette di nuovo in sintonia con la natura.
Si avvicinano le Feste di Pasqua e, insieme ai programmi familiari riferiti alla tradizione tanto antica quanto seguita del Lunedì in Albis, ritorna la voglia di grigliate, passeggiate e gite fuori porta. Anche l’Istituzione Scolastica, in questo periodo dell’anno, come da sempre si appresta ad organizzare quelle che, un tempo, si chiamavano “gite scolastiche” e che oggi prendono il nome di “viaggi di approfondimento culturale”.
Avranno anche cambiato la denominazione, ma lo spirito con cui gli studenti si approcciano a tali eventi, è fortunatamente sempre lo stesso: momenti che resteranno per tutta una vita nelle menti e nei cuori di chi li ha vissuti.
Da un’ottica legale, per i docenti demandati a seguire i gruppi, le cose sono leggermente diverse, in quanto grava su di loro la responsabilità del controllo, non sempre facile da attuare.
Da un punto vista normativo, quindi, le problematiche prodotte dagli studenti configurano la responsabilità della “culpa in vigilando”, ai sensi dell’art. 2048 del Codice Civile, che può produrre anche risvolti disciplinari, penali e patrimoniali.
I “poveri e martoriati” insegnanti, sono responsabili dei danni cagionati da fatto illecito dei loro allievi, e verranno liberati da tale gravame solo se potranno dimostrare di non averlo potuto impedire.
In buona sostanza, non sempre si può parlare di “comportamento omissivo” di un insegnante, laddove il danno sia stato creato da un suo allievo, ma al di fuori dalla possibilità di prevederlo. Pur specificando che il reato di “omessa vigilanza” non è previsto dalla legge, bisogna però segnalare che, l’art. 40 del Codice Penale afferma che, non impedire un evento che si ha l’obbligo giuridico di evitare, equivale a cagionarlo.
