Draghi spinge sul price cap, “un vertice Ue a luglio”
Perché al vertice di fine maggio l’esecutivo Ue era stato invitato a esplorare le opzioni per calmierare i prezzi dell’energia, incluso un price cap temporaneo. E, in un mese, nessuna proposta è uscita da Palazzo Berlaymont. Anche per questo Roma e altri Paesi potrebbe chiedere un’ulteriore limatura alle conclusioni. Disegnando un timing meno indeterminato per la Commissione.
Nella strategia di Palazzo Chigi il tetto al prezzo del gas si configurerebbe come una sanzione con cui rispondere a Mosca che, ormai da settimane, sta usando l’energia come un’arma. In tal modo la messa in campo della misura sarebbe anche proceduralmente più rapida, non essendo necessario modificare direttive sul mercato dell’energia attualmente in vigore. E nel fronte dei contrari qualche piccola crepa comincia ad aprirsi. “Non ci opponiamo per principio” e la “valutiamo la proposta” ma potrebbe non funzionare, ha spiegato l’olandese Mark Rutte. Dalla Germania, per ora, filtra un freddo silenzio. Il timore, a Berlino e nelle capitali più dipendenti dal gas di Mosca, è che come ritorsione Vladimir Putin chiuda i rubinetti definitivamente. Ma quei rubinetti, è il ragionamento che fa il governo italiano, si stanno chiudendo comunque. E nella sua crociata sull’energia il governo ha il pieno sostegno dei principali partiti. Enrico Letta, a Bruxelles per il summit di S&D, ha posto il tema al cancelliere Olaf Scholz: “Il price cap deve essere un obiettivo”, ha sottolineato il segretario del Pd. Ma Scholz non governa da solo. E i suoi alleati liberali saranno un osso duro da convincere. (Ansa)