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Decreto “Rilancio”, basteranno queste misure per la ripartenza dello sport?

Ci siamo. Nella giornata odierna dovrebbe finalmente arrivare in Consiglio dei Ministri il cosiddetto Decreto Legge “Rilancio”. Dopo i primi provvedimenti che vanno dalla sospensione dei versamenti fiscali al fondo di 100 milioni di prestiti a tasso zero erogati dall’Ics per le società e gli organismi sportivi dovrebbero arrivare anche ulteriori novità che si intrecciano con le varie ripartenze. Nelle prossime ore, infatti, dovrebbe arrivare il via libera per gli allenamenti di squadra e la riapertura dei centri sportivi per il prossimo 18 maggio.

Cig per i cestisti e per i calciatori sotto i 50.000 euro: Via libera, come riporta la Gazzetta dello Sport, alla cassa integrazione per gli sportivi professionisti che guadagnano meno di 50 mila euro lordi. Il provvedimento ha un limite temporale: il periodo massimo non può superare le 9 settimane. Si tratta di un provvedimento che guarda principalmente al calcio, alla serie B dove ci sono circa una trentina di calciatori sotto la soglia prevista ed alla serie Lega Pro dove i numeri sono più considerevoli. Possono usufruirne anche le società di basket di serie A e di serie A2. Complessivamente la copertura per queste norme è di 21,1 milioni di euro.

Affitti scontati del 60 per cento per gli impianti: Affitti ridotti per il 60 per cento nel periodo in cui le società sportive non hanno utilizzato gli impianti, pubblici e privati , per la sospensione delle attività sportive previste dai diversi dpcm. Finora la misura era riservata solo ai locali commerciali, ora si allarga anche a stadi, palazzetti e in generale a tutti gli impianti sportivi. Il comma 3 dell’articolo 120 stabilisce che «il conduttore abbia diritto a una corrispondente riduzione del canone locatizia, in misura non inferiore al 60 per cento dell’importo contrattuale, per tutto il periodo di efficacia delle misure di sospensione». C’è anche la possibilità che il conduttore e il locatario arrivino a un’altra soluzione negoziale di reciproca soddisfazione e quindi non utilizzino il punto di equilibrio previsto dalla norma.

Ipotesi proroghe per le concessioni delle strutture: Un’altra norma che riguarda gli affitti, ma solo relativamente agli impianti sportivi pubblici, è quella che apre un varco alla possibilità di una proroga della concessione per i contratti che scadono entro il 30 luglio del 2023. In pratica, per fare fronte all’azzeramento degli introiti nel periodo della sospensione delle attività, si può favorire il «graduale recupero dei proventi non incassati e l’ammortamento degli investimenti effettuati e programmati». Il ricasco della norma riguarda tutte le tipologie di impianti che secondo la relazione illustrativa sono 76 mila secondo le stime del Coni e dell’Istituto per il Credito Sportivo.

C’è un voucher come rimborso per i mesi persi: Un voucher-rimborso che permetta all’abbonato del centro sportivo rimasto chiuso per l’emergenza Covid-19 di poter usufruire di un periodo gratuito presso lo stesso esercizio chiuso per decreto in questi mesi di emergenza coronavirus. La norma, contenuta nel comma 4 dell’articolo 210, si propone da una parte di evitare che i gestori degli impianti siano subissati dalle richieste di rimborso di somme già incassate in un momento di grave crisi di liquidità, dall’altra di offrire comunque un risarcimento attraverso appunto il buono palestra o piscina. Si potrà chiedere il voucher entro 30 giorni dalla pubblicazione del decreto, e il gestore entro un altro mese dovrà emettere il tagliando che consentirà di fruire di un periodo gratuito della stessa entità di quello perso per la chiusura dell’impianto.

Fondo perduto reclamato dal settore: Non c’è un provvedimento specifico di finanziamento a fondo perduto per lo sport. A parte il capitolo del “salva sport” contestato dagli operatori del comparto delle scommesse. Tuttavia, all’interno del mondo dello sport si sta studiando l’articolo 28, intitolato proprio “contributo a fondo perduto” e che potrebbe riguardare secondo una prima lettura anche le società sportive dilettantistiche. Il contributo è riservato ai soggetti titolari di reddito d’impresa e di lavoro autonomo, titolari di partite Iva, con ricavi o compensi sotto i 5 milioni di euro l’anno. Deve essere però documentata una perdita significativa fra aprile 2019 e 2020: l’aiuto sarà infatti corrisposto solo a chi ha avuto un ammontare di fatturato inferiore di due terzi rispetto all’anno precedente.

mm

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