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C’ERA UNA VOLTA L’ABBANDONO DEL TETTO CONIUGALE L'Avvocato risponde 

C’ERA UNA VOLTA L’ABBANDONO DEL TETTO CONIUGALE

Come sempre, facendoci aiutare dall’esperienza professionale dell’avvocato Simone Labonia, analizziamo un problema dei nostri giorni, nei mutamenti che si sono verificati, parallelamente ad un’evoluzione della convivenza civile.

Nella società di un tempo, “l’abbandono del tetto coniugale” era considerato un tabù, una ferita sociale e morale difficilmente sanabile.
C’era una volta” un tempo in cui il vincolo matrimoniale rappresentava un patto sacro, e l’idea stessa di lasciare il proprio partner e i propri figli era quasi impensabile. Tuttavia, nel corso degli anni, questa prospettiva è cambiata radicalmente, con un’inevitabile evoluzione dell’ottica sociale.

Il mutamento è stato profondo e complesso e, se un tempo l’evento poteva essere visto come un segno di vergogna e disonore, oggi viene affrontato con maggiore comprensione e sensibilità.
La società moderna ha cominciato a riconoscere che ci possono essere molteplici ragioni dietro un abbandono, come disaccordi irreparabili, violenza domestica o incompatibilità caratteriale.

Parallelamente all’evoluzione dell’ottica sociale, anche le normative legali hanno subito importanti cambiamenti, per garantire la protezione dei minori coinvolti in situazioni di disagio.
Leggi sempre più stringenti sono state introdotte per assicurare che gli stessi non diventino vittime dei conflitti tra i genitori.
Queste leggi si concentrano sul garantirne il benessere, stabilendo diritti e responsabilità chiare, in caso di separazione.

Le sentenze della Cassazione hanno giocato un ruolo fondamentale nel plasmare l’interpretazione legale e giuridica del problema e delle relative implicazioni.
In molte decisioni è stata ribadita l’importanza di proteggere il migliore interesse dei minori, sottolineando che i diritti dei figli non possono essere compromessi dalle dispute familiari.
Le sentenze della Suprema Corte hanno anche fornito orientamenti chiari per i tribunali di merito, stabilendo criteri per valutare la custodia e il mantenimento, in questo tipo di frangenti, purtroppo sempre più presenti nella vita di tutti.

Sparito quindi un “tabù sociale“, che ha lasciato il posto ad un “problema giuridico” complesso, che richiede un approccio attento e sensibile. L’evoluzione dell’ottica sociale, insieme alle normative e alle sentenze della giurisprudenza, ha contribuito a garantire una maggiore protezione e tutela dei minori, riconoscendo il loro diritto a crescere in un ambiente sicuro e amorevole, indipendentemente dalle circostanze familiari.

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