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Violenza sessuale su una 18enne, fermato Alberto Genovese, il fondatore di Facile.it: voleva fuggire con un jet privato Attualità Cronaca Italia e Mondo 

Violenza sessuale su una 18enne, fermato Alberto Genovese, il fondatore di Facile.it: voleva fuggire con un jet privato

Un appartamento di lusso a due passi dal Duomo, con telecamere di videosorveglianza in ogni stanza: è il luogo dove Alberto Genovese, 43anni di origine campane, imprenditore digitale, fondatore di Facile.it e altre startup avrebbe seviziato per diverse ore una ragazza appena maggiorenne con una violenza definita dai pm “ripetuta e cruenta”. Genovese è stato interrogato questa mattina dal gip Tommaso Perna: non avrebbe risposto alle domande ma avrebbe rilasciato dichiarazioni spontanee: “”Voglio disintossicarmi, da 4 anni sono tossicodipendente. Quando mi drogo perdo il controllo e non riconosco il confine tra legale e illegale”. Il gip deve decidere se confermare la misura cautelare in carcere. Secondo quanto appreso da fonti investigative, i fatti si riferirebbero alla notte del 10 ottobre ma la ragazza è stata soccorsa solo la sera dopo, quando ha ripreso coscienza ed è riuscita a scappare da quell’appartamento, noto con il nome “Terrazza sentimento”, utilizzato per feste private con vista Duomo. E  non sarebbe la sola vittima: secondo le indagini della Procura di Milano e in base a  quanto riporta il provvedimento di fermo che ha fatto finire in carcere l’uomo, un’altra ragazza ha raccontato al procuratore aggiunto Letizia Mannella e al pm Rosaria Stagnaro di essere stata violentata con modalità simili mentre si trovava in vacanza in un’isola spagnola: Genovese l’avrebbe invitata a una serata e convinta ad assumere droga, la ragazza si sarebbe risvegliata la mattina dopo dolorante e con segni di violenze. Su questo presunto secondo episodio sono in corso accertamenti così come sulle dichiarazioni messe a verbale da alcuni testimoni. Per il 43enne le accuse valide per il fermo sono di violenza sessuale, lesioni, spaccio e sequestro di persona, poiché la ragazza è stata portata in camera da letto al termine di un festino a base di alcol e droga, narcotizzata, e abusata a lungo, mentre un bodyguard controllava l’accesso alla stanza, impedendo anche alle sua amiche di entrare e di avere notizie. Legata mani e piedi e costretta a giochi erotici, solo molte ore dopo è riuscita a recuperare il suo telefonino, che le era stato tolto appena arrivata alla festa “perché in casa non si potevano usare cellulari”; infine è riuscita a scrivere ad un’amica per chiedere aiuto. In strada, a soccorrerla, la polizia, a cui ha chiesto aiuto uscendo ancora dolorante e semisvestita e con una sola scarpa. In base a quanto ricostruito dalle indagini, l’imprenditore avrebbe addirittura chiesto a un suo collaboratore di cancellare le immagini delle telecamere che avevano ripreso le scene, consapevole di “aver esagerato”: “Cancella le registrazioni della camera padronale”, gli avrebbe imposto. Immagini che però sono state recuperate e sono diventate fonte di prova per chi indagava. Assieme alle testimonianze di altri partecipanti: nei racconti di altre giovanissime donne invitate alle sue feste, Genovese sarebbe stato solito invitare ragazze in camera offrendo loro diversi tipi di droga. Almeno in un’altra occasione – ha ricostruito una vittima – avrebbe però mescolato a questa la cosiddetta ‘droga dello stupro’, in grado di far perdere i sensi. “Alle sue feste c’erano sempre cocaina e 2CB a disposizione gratuitamente degli invitati”, hanno raccontato altri testimoni agli inquirenti, con riferimento alla sostanza ‘rosa’ realizzata mixando cocaina e anfetamine (una dose da 0,15 grammi può costare anche 400 euro). Un emporio della droga a disposizione dell’imprenditore che i poliziotti hanno riscontrato quando hanno fatto un sopralluogo nell’appartamento. La violenza subita dalla giovanissima donna è stata definita da chi ha descritto i fatti “ripetuta e cruenta”. Sentendo la pressione della polizia voleva fuggire all’estero tanto da essersi recato all’ufficio Passaporti  per farsi rilasciare il documento. In una conversazione telefonica con la madre, Genovese avrebbe addirittura detto di avere intenzione di partire per Amsterdam per poi spostarsi in Sudamerica. Ha poi anche affermato di avere a disposizione un jet privato e dunque di non avere problemi negli spostamenti. Genovese ha chiesto al gip – interrogato in videoconferenza – di andare ai domiciliari a casa della madre e della compagna, aggiungendo che spera in una pena “rieducativa” che gli consenta di “guarire”. Il gip ha tempo fino a domani mattina alle 11.30 per depositare la sua decisione sulla misura cautelare.

“In riferimento alle notizie apparse su alcuni media riteniamo corretto precisare che Alberto Genovese ha lasciato Facile.it nel 2014 e non ha oggi alcun ruolo operativo nella nostra azienda”. Lo precisa in una nota Facile.it. “Per rispetto di tutte le persone coinvolte nella vicenda, riteniamo che al momento sia corretto non commentare oltre. Ancora una volta in merito a informazioni imprecise pubblicate da alcune testate ricordiamo che la proprietà di Facile.it è detenuta oggi dal fondo di investimento EQT e dal fondo Oakley”, conclude la nota.

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