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Ucraina,, Draghi: “Io cerco la pace, sentirò Putin” Attualità Primo piano 

Ucraina,, Draghi: “Io cerco la pace, sentirò Putin”

Non vuole la guerra, lo rimarca con forza, non la vuole lui né tantomeno la vogliono gli Alleati, ma in Ucraina, mentre il Consiglio europeo arriva faticosamente al termine, “i bombardamenti vanno avanti”. Mario Draghi lo rimarca nella conferenza stampa in cui chiude la ‘due giorni’ a Bruxelles, per un triplice summit in cui l’ex numero uno della Bce si è speso in prima linea per una soluzione comune al problema dell’energia, col prezzo del gas alle stelle e che continua a preoccupare famiglie e imprese. “La pace la stiamo cercando, io la sto cercando veramente. Gli altri leader europei, come francesi e tedeschi, hanno avuto colloqui con Putin e li avrò anch’io”, annuncia, tentando di tenere viva la fiammella di una soluzione diplomatica che stenta ad arrivare. 2Il modo migliore per dimostrare di volere la pace è cessare le ostilità e sedersi al tavolo – rimarca -. Altrimenti vuol dire che si spera di guadagnare terreno. A un certo punto sicuramente verrà un tavolo di pace. Ma speriamo che arrivi prima della distruzione totale dell’Ucraina. Prima che avvenga quello che purtroppo è avvenuto con l’Unione Sovietica quando invase Polonia, Ungheria, Cecoslovacchia”. Il presidente del Consiglio manda un messaggio chiaro, fermo, anche alla sua maggioranza, rispondendo alle domande di un cronista che ne sottolinea le fibrillazioni, a cominciare dalla partita delle spese militari al 2% del Pil. “La politica oggi deve parlare del presente e del domani. In questo momento l’unica cosa che secondo me può fare una politica che vuole bene al Paese e vuole la pace è stare uniti. La cosa più importante è guardare avanti ora, poi i conti si fanno poi con la coscienza e anche con il proprio elettorato. Ma non è ora il momento”. Sulle spese militari Draghi torna a ribadire che si tratta di un impegno “preso dal governo italiano nel 2006, e sempre confermato da tutti i governi da allora. Ora è tornato alla ribalta questo impegno perché più urgente è venuta l’esigenza di iniziare a riarmarci”. Perché il mondo, in appena un mese, è cambiato, richiamandoci all’improvviso “a un passato che si pensava dimenticato, che ha suggerito di confermare questo impegno preso tanti anni fa”. E riportando alla ribalta debolezze e nodi mai sciolti, in primis il dossier dell’energia col quale siamo ora chiamati a fare i conti. La montagna forse ha partorito il topolino: da Bruxelles arriva il disco verde per acquisti e stoccaggi comuni, ma sul price cap -che vede Draghi spendersi in prima persona- nonché sulla separazione del prezzo di elettricità e gas si dovrà attendere maggio. Lo sforzo c’è, ma bisogna vedere se il traguardo alla fine verrà tagliato. (Adnkronos)

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