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TRATTATIVA STATO – MAFIA: FINALMENTE UNO SQUARCIO DI LUCE SULLE TANTE OMBRE L'Avvocato risponde 

TRATTATIVA STATO – MAFIA: FINALMENTE UNO SQUARCIO DI LUCE SULLE TANTE OMBRE

Per quanti anni, troppi, l’opinione pubblica è stata sottoposta al fuoco incrociato di accuse e difese, che hanno comunque minato alla base, quella che dovrebbe essere una indiscussa credibilità delle istituzioni che ci governano.

Vogliamo oggi, dalle pagine di questo giornale, porre anche noi un punto di chiusura (speriamo), su una vicenda che ha, per decenni, gettato ombre minacciose su figure di spicco della nostra politica e sulla affidabilità dei vertici operativi del tessuto statale.

Il 10 novembre 2023 caratterizza il momento della “decisione finale” di una brutta storia, che è stata sicuramente condotta e sfruttata nel tentativo di creare sconcerto e sfiducia nella popolazione, solo nel nome di un bieco tornaconto politico.

La Sesta Sezione della Suprema Corte, decidendo in merito ai ricorsi dei vari imputati sulla sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Palermo, nel processo sulla cosiddetta “trattativa Stato Mafia”, ha confermato l’assoluzione degli ufficiali dei Carabinieri del ROS coinvolti, per “non aver commesso il fatto”, confermando, al contempo, il proscioglimento anche per il “delfino berlusconiano” Marcello Dell’Utri.
È l’epilogo di una storia giudiziaria, (speriamo), che ha attraversato decenni della vita del nostro paese, e che ha impegnato tutte le sfaccettature di indagine, catalizzando l’attenzione mediatica, come spartiacque etico-politico: da un lato i “cattivi” uomini delle istituzioni, che avrebbero assecondato tale trattativa, dall’altro i “buoni”, che l’avrebbero combattuta.

È fatto ormai acclarato, che la volontà distruttiva di Cosa Nostra nei confronti dello Stato, fu di stampo unicamente mafioso: ma che, benché causa scatenante di uno dei periodi più bui della storia repubblicana, non provocò alcun cedimento istituzionale.
L’ultima pronuncia della Cassazione si è finalmente lasciata alle spalle la banalizzazione valutativa dei precedenti giudicanti, restituendo valore alla massima di “oltre ogni ragionevole dubbio”.

Solo su questo aspetto vogliamo soffermarci, con l’aiuto dell’avvocato Simone Labonia, in quanto è impossibile valutare tutte le innumerevoli sfaccettature socio-politiche che hanno condotto a questa storica decisione.

“Oltre ogni ragionevole dubbio” è norma che deve esplicare i suoi effetti, non solo sull’applicazione delle regole di giudizio, ma anche sui metodi di accertamento del fatto, attuando protocolli logici inoppugnabili, in merito alla valutazione delle prove e delle contrapposte ipotesi.
Nella sua complessità, dunque, non può ammettere, nella motivazione, l’esistenza di incertezze, siano esse interne o esterne alla norma stessa.

La Cassazione, quindi, non ha rigettato solo il precedente risultato giudiziario, ma essenzialmente ha condannato una visione di parte, che ha dato spazio a teoremi accusatori, contro ogni regola della giustizia penale.

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