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Sversamento rifiuti tossici, ad Atena Lucana le analisi del terreno dopo l’operazione “Shamar” Provincia Provincia e Regione 

Sversamento rifiuti tossici, ad Atena Lucana le analisi del terreno dopo l’operazione “Shamar”

Hanno preso il via questa mattina in un terreno di contrada Macchia ad Atena Lucana le operazioni di carotaggio da parte dei tecnici dell’ARPA Campania rese necessarie in seguito all’operazione “Shamar” che lo scorso 12 aprile ha portato all‘arresto di 7 persone valdianesi per traffico organizzato di rifiuti e sversamento. Le operazioni odierne serviranno a fare luce sul tipo di inquinamento ambientale conseguente allo sversamento e se, nel caso i rifiuti abbiano raggiunto le falde acquifere, possa addirittura trattarsi di disastro ambientale. I tecnici scaveranno con appositi mezzi anche a monte e valle del terreno proprio per verificare la presenza o meno di rifiuti in acqua e l’estensione dello sversamento. Presenti, oltre ai tecnici Arpac, anche i Carabinieri della Compagnia di Sala Consilina con il Capitano Paolo Cristinziano e i legali e periti delle parti interessate. L’attività d’indagine che ha portato alle ordinanze cautelari dello scorso aprile sono state coordinate dalla DDA di Potenza e condotte dal Nucleo Investigativo di Salerno e dalla Sezione Operativa della Compagnia Carabinieri di Sala Consilina che nell’ottobre 2019 hanno intercettato e sequestrato 18.000 litri di solventi chimici pronti allo sversamento ad Atena Lucana. La pericolosità di tali rifiuti era ben nota agli indagati, uno dei quali, addirittura, se ne lamentava al telefono con i propri complici facendo riferimento al fatto che il liquido trasportato aveva corroso la vernice del proprio veicolo.

Le successive operazioni di scavo, campionatura ed analisi svolte assieme all’ARPAC hanno permesso di certificare come il terreno fosse stato avvelenato da precedenti sversamenti. Gli esami svolti all’epoca dei fatti hanno evidenziato la presenza di rifiuti speciali pericolosi rientranti nella categoria “HP 14 Ecotossico”.

I militari impedirono che l’organizzazione allargasse il proprio raggio d’azione ad altri siti, in parte già individuati nel Comune di Tursi (Matera) e in parte oggetto di una pianificata espansione ancora a livello embrionale nella provincia di Foggia. Le conseguenti indagini hanno circoscritto comportamenti illeciti riconducibili alle lavorazioni di due società valdianesi, le quali si sono rivolte all’organizzazione criminosa per risparmiare sullo smaltimento di rifiuti. La stessa organizzazione è risultata particolarmente pericolosa per avere disponibilità di terreni di proprietà degli indagati, i cui fondi sono stati trasformati in discariche costituite da liquami composti da acidi, dannosissimi per l’ambiente.

 

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