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SPORT COSTITUZIONALE L'Avvocato risponde 

SPORT COSTITUZIONALE

Mi accingo a scrivere questo articolo, sempre non perdendo di vista la matrice giuridica della rubrica interessata, in un pomeriggio ventoso in cui ho assistito ad una vittoria della Salernitana sulla Lazio e ad una splendida semifinale di Coppa Davis: eventi che hanno deliziato tutti gli appassionati di sport (seppur solo guardato).

Insieme all’avvocato Simone Labonia corre l’obbligo, in conseguenza, di onorare questo aspetto della nostra vita quotidiana, rendendo merito a quanti praticano attività sportiva, (in qualunque forma si manifesti), ma soprattutto a coloro che si adoperano per aumentarne la diffusione, essenzialmente tra giovani e giovanissimi: sia a livello legislativo che organizzativo.

Il 20 Settembre 2023, ha rappresentato una data storica, marcando un giro di boa importantissimo nel tragitto basilare che lo Sport deve assumere, nella vita della comunità sociale.
Di fatto, concludendo l’iter legislativo del disegno di legge costituzionale n.715-b, la Camera ha approvato definitivamente ed all’unanimità, (a volte succede), la modifica dell’art.33 della Costituzione, introducendo un nuovo comma: “La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva, in tutte le sue forme”.
E’ stato un passaggio storico per tutto il sistema sportivo e per la Nazione intera in quanto, questo riconoscimento all’interno della Carta Costituzionale, fa auspicare che detta pratica possa diventare realmente “per tutti e di tutti”, al fine di consolidare le difese immunitarie sociali e migliorare la qualità di vita della comunità intera.

Ovviamente la Costituzione riconosce il “valore” ma non determina il “diritto”: questa responsabilità ricade, in pari misura, sulla classe dirigente, su quella politica e sui vertici sportivi, che dovranno saper garantire una sempre maggiore diffusione, indispensabile per curare le “sempre aperte ferite delle periferie urbane e sociali”!

Sarà ora indispensabile che, chi di dovere, riesca a veicolare verso il raggiungimento di tale obiettivo, il maggior numero di risorse finanziarie possibili, sia a livello nazionale che comunitario: per far sì che le attività sportive siano sempre più presenti nelle politiche pubbliche.
Classe dirigente e vertici della politica, dovranno essere, al fine, consapevoli che il traguardo raggiunto è di enorme importanza sociale, ma null’altro segna, se non una linea di partenza perché la teoria possa diventare pratica reale, e portare i suoi indispensabili frutti alla crescita del Paese.
In buona sostanza lo Sport dovrà essere “garantito” a tutti i giovanissimi, perché favorisce la maturazione psicofisica e la socializzazione, abbattendo molte barriere interpersonali ed incentivando uno sviluppo corretto anche del “senso di Giustizia”, attraverso una maggiore capacità di coesistenza civile e sociale.

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