SONO ALLERGICO AI BRACCIALETTI!
Con l’avvocato Simone Labonia, commentiamo una notizia apparsa in cronaca del nostro giornale.
Il rifiuto del braccialetto elettronico in casi di maltrattamenti in famiglia comporta conseguenze significative sia per l’imputato che per la vittima. Il braccialetto elettronico è uno strumento di controllo previsto dall’ordinamento italiano come misura cautelare alternativa alla detenzione, utilizzato per monitorare gli spostamenti degli indagati e garantire la sicurezza delle vittime.
Secondo il Codice di Procedura Penale, l’uso del braccialetto elettronico è regolato dall’articolo 275-bis, ed è applicabile in vari contesti, inclusi i reati di maltrattamenti in famiglia (art. 572 del Codice Penale) e stalking (art. 612-bis del Codice Penale), permette alle autorità di vigilare sul rispetto delle restrizioni imposte all’indagato, come il divieto di avvicinamento alla vittima.
Il rifiuto di indossare il braccialetto può portare all’applicazione di misure cautelari più severe, fino la custodia cautelare in carcere: ciò è stato confermato da diverse sentenze della Corte di Cassazione, che ha ribadito come tale comportamento sia interpretato come una mancanza di collaborazione con l’autorità giudiziaria e un rischio maggiore per la sicurezza della vittima, sintomatico di una personalità non incline al rispetto delle regole, giustificando così l’adozione di misure più restrittive.
La scelta di non accettare il braccialetto mostra un rischio di recidiva e di reiterazione del reato.
A livello europeo, le direttive dell’Unione sottolineano l’importanza di misure di protezione efficaci per le vittime di violenza domestica, con norme minime in materia di diritti, assistenza e protezione delle vittime di reato.
L’adozione di strumenti tecnologici, come i braccialetti elettronici, per garantire la sicurezza delle vittime, facilita il riconoscimento reciproco delle misure di protezione tra gli Stati membri.
Come in ogni settore della civile società, la tecnologia diventa sempre più presente per garantire operatività e solerzia di intervento: in campo penale può essere il giusto aiuto per alleggerire il sovraffollamento degli istituti di pena.