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Social media e disinformazione, che legame? Lifestyle 

Social media e disinformazione, che legame?

Informarsi online è ormai tanto semplice quanto rischioso. E’ diffusissima la disinformazione, diventata fonte di business anche molto redditizia per le piattaforme social.

Negli ultimi 20 anni, vi è un cambiamento costante di strumenti, di produzione e fruizione di contenuti, di format. I social media assumono sempre più la funzione di veicolo di una comunicazione rapida ed efficace (ma anche tanta disinformazione).

Le loro funzioni sono innumerevoli. Sappiamo tutti che quanto avviene sui social potrebbe definirsi quasi “non mediato”. L’informazione, infatti, è distribuita in tempo reale. Ciò rende i social una vera e propria finestra immediata sul mondo e tutto quello che vi succede.

Le insidie dei social media

Il web (e soprattutto i social media), per quanto attraenti, possono allo stesso tempo rivelarsi insidiosi e motore di disinformazione. Internet infatti, innesca un vero e proprio meccanismo psicologico di de-individuazione. Chiunque si sente “tutelato” dal poter fare ciò che vuole senza aspettarsi conseguenze. Questo meccanismo si traduce in due comportamenti. Innanzitutto, la leggerezza con la quale ci informiamo, e poi la facilità con cui formiamo un’opinione ancora prima di aver approfondito gli elementi in gioco.

La disintermediazione elimina ogni filtro, offrendo a tutti la possibilità di parola. Online, il concetto di democrazia è amplificato all’estremo. Inoltre, viviamo in un’epoca in cui l’oggettività dei fatti è diventata di secondaria importanza a fronte del loro impatto emozionale o della loro implicita aderenza alle nostre convinzioni. 

E’ in questo contesto che pullulano le cosiddette fake news. Si tratta di notizie errate o ingannevoli, che rappresentano una reale minaccia alla stabilità e alla coesione delle società. Infatti, a fronte di un tale numero crescente di fonti di informazioni, occorre un maggior senso critico tra gli utenti. Questo perché soprattutto i social media, fungendo da amplificatori, fanno sì che la disinformazione raggiunga facilmente migliaia di utenti in tutto il mondo.

Come combattere le Fake News?

Secondo il mio parere, uno dei principali rimedi a questo fenomeno è lo studio, la lettura e seguire non solo serie tv oppure film avvincenti ma anche telegiornali nazionali e internazionali che diffondo notizie certificate. Ma la mia generazione, la Z non sembra essere nè attratta nè a conoscenza di queste pagine. Anzi la maggior parte dei giovanissimi ha più interesse al divertimento e al trash.

E poi oggi possiamo provare a verificare le fonti da cui si apprendono le notizie. Online può essere piuttosto difficile risalire alla fonte originale di una notizia. Vi sono diversi strumenti d’ausilio al fact-checking. Ad esempio i badge blu che contraddistinguono sui social i profili ufficiali di personaggi pubblici. Così come piattaforme che permettono di ricavare informazioni sui contenuti multimediali.

Per stabilire, inoltre, la veridicità di una foto/video si può partire dall’analizzare i meta-dati disponibili. Essi sono utili a capire come tali foto/video sono stati scattati o girati. Altrimenti si può usare la ricerca inversa, tramite immagini di Google Images. Essa è utile per verificare che quella foto/video non sia stata pubblicata in precedenza.

Per questo motivo credo che si debba intervenire anche su questo punto, cioè attirare questa fetta di persone ad interessarsi di queste pagine certificate e di tutte le news veritiere anche scherzando, inserendo anche del trash all’interno di esse al fine di attirare l’attenzione di tutti, anche perchè partendo da questo piccolo nucleo in poco tempo, potrà diventare una consuetudine per tutti.

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