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Sei opere d’arte rubate a Calvanico ritrovate dai carabinieri a Firenze Provincia Provincia e Regione 

Sei opere d’arte rubate a Calvanico ritrovate dai carabinieri a Firenze

Sei opere – quattro dipinti, frammenti di una pala d’altare, un reliquiario e la scultura di un angelo in legno policromo – saranno riconsegnate domani alle 11 nella Chiesa del SS. Salvatore di Calvanico dai comandanti dei Nuclei per la Tutela del patrimonio culturale di Napoli e Firenze, maggiore Giampaolo Brasili e capitano Claudio Mauti, al parroco, don Vincenzo Pierri, alla presenza del sindaco, Francesco Gismondi. La pala d’altare “Madonna del Rosario” venne asportata il 14 maggio 1976 dalla Chiesa del SS. Salvatore di Calvanico. Il reliquiario e l’angelo policromo erano posti nel tabernacolo della Chiesa della Madonna delle Grazie di Calvanico da cui furono asportati nel 2011.

Queste restituzioni sono il frutto di due distinte indagini condotte parallelamente dal Nucleo di Napoli e di Firenze. La complessa attività condotta dal Nucleo di Napoli, coordinata dalla Procura della Repubblica partenopea, che ha portato al recupero del reliquiario e dell’angelo, ha permesso di individuare ventinove persone che facevano parte di un’organizzazione criminale con base logistica in Campania che ricettava beni preziosi rubati da luoghi di culto e istituti religiosi collocati sull’intero territorio nazionale. Le indagini hanno permesso di accertare che la banda era attiva già da numerosi anni nel settore dell’antiquariato e dei beni ecclesiastici grazie alle specifiche conoscenze dei ricettatori che, appassionati d’arte o, in alcuni casi, ex titolari di negozi, erano il tramite per la commercializzazione degli oggetti proventi di furto.

L’iter era consolidato: alcuni avevano il compito di effettuare sopralluoghi per individuare luoghi di culto vulnerabili e non vigilati, altri si occupavano del reperimento dei beni per individuare i canali illeciti di vendita, ad altri ancora spettava infine la collocazione dei pezzi rubati, dai mercati rionali per gli oggetti di minore rilevanza a trattative private nel caso di opere di notevole valore commerciale.

Di fondamentale importanza, per l’individuazione dei beni, è risultata la comparazione delle immagini degli oggetti sequestrati con quelle contenute nella “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, gestita dal comando Tutela dei Carabinieri. Gli oggetti recuperati, derivanti da 55 furti compiuti sull’intero territorio nazionale (da Bolzano a Catania), provengono in prevalenza da chiese e abitazioni private. Tra i più rilevanti da ricordare, l’intero tesoro di San Donato, asportato dalla Chiesa di Santa Maria degli Angeli di Acerno e due busti in legno raffiguranti San Paolo e San Pietro, rubati dalla Chiesa di San Carlo a Cave (RM). L’attività’ del Nucleo di Firenze nasce dall’iniziativa di un militare del Reparto specializzato dell’Arma, che aveva notato in un ristorante fiorentino uno dei quattro dipinti recuperati, intuendo che potesse trattarsi di un frammento di un’opera molto più grande. Tra oltre un milione e trecentomila beni da ricercare presenti nella “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, i Carabinieri sono riusciti a risalire alla maestosa pala d’altare da cui proveniva l’opera parziale, riuscendo cosi’ a individuare anche altri tre frammenti.

Il titolare del ristorante, artista e appassionato d’arte, risultato in buona fede, aveva acquistato le opere negli anni Settanta presso la fiera antiquaria di Arezzo: colpito da un male incurabile, desidera assistere alla restituzione delle tele alla chiesa di Calvanico da cui erano state rubate, felice di averle conservate e preservate per cosi’ tanto tempo. La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze, riconoscendo al ristoratore l’estraneità ai fatti, ha concesso l’autorizzazione alla restituzione. La restituzione, che rientra nell’ambito della collaborazione tra i Carabinieri e i titolari degli Uffici Diocesani preposti al patrimonio culturale ecclesiastico, segue di poco l’operazione “Res Ecclesiae”, compiuta dal Nucleo TPC di Cagliari, che aveva smantellato un gruppo di finti restauratori dediti a raggiri ed estorsioni ai danni dei parroci e dei responsabili di altri luoghi di culto

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