SCREZI CONDOMINIALI: QUALI FATTISPECIE DI REATO SI CONFIGURANO.
Con l’avvocato Simone Labonia, affrontiamo un argomento che sicuramente ha visto coinvolti molti dei nostri lettori, approfondendone i risvolti legali.
I reati di molestie e stalking, rappresentano due fattispecie distinte nel nostro ordinamento, sebbene entrambe possano avere come oggetto comportamenti persecutori o fastidiosi nei confronti della vittima. La differenza sostanziale risiede nella gravità e nella continuità delle azioni poste in essere.
Il reato di molestie, disciplinato dall’art. 660 del Codice Penale, consiste nell’arrecare fastidio o disturbo a qualcuno attraverso azioni o comportamenti non desiderati, che si concretizzano in atti fastidiosi o offensivi. Le molestie possono avvenire in luoghi pubblici o privati e si caratterizzano per la loro occasionalità o per il fatto di non essere parte di un disegno persecutorio sistematico. Si tratta di un reato contravvenzionale, punito con l’arresto fino a sei mesi o con un’ammenda. L’elemento soggettivo richiesto è il dolo generico, ossia la volontà di compiere l’azione molesta.
Al contrario, il reato di stalking, introdotto nel 2009 con l’art. 612-bis del Codice Penale, prevede una condotta molto più grave e continua.
Si configura quando una persona, attraverso comportamenti reiterati come minacce, molestie, pedinamenti o comunicazioni ossessive, causa nella vittima uno stato di ansia o paura, alterando significativamente le sue abitudini di vita. La pena per questo reato è più severa e va dalla reclusione da uno a sei anni. L’aspetto centrale dello stalking è la reiterazione delle condotte, che devono essere ripetute nel tempo, con conseguente effetto destabilizzante sulla vittima. A differenza delle molestie, che possono essere sporadiche, lo stalking ha una natura seriale e continua, con l’intento di opprimere o controllare la parte soccombente.
La Cassazione ha più volte chiarito la distinzione tra le due fattispecie, essenzialmente: in particolare, ha sottolineato che lo stalking richiede pluralità di atti persecutori, tali da incidere profondamente sulla sfera psicologica e sociale della vittima. Inoltre, ha stabilito che il semplice fastidio o disagio non è sufficiente a configurare tale reato, essendo necessario un significativo cambiamento nello stile di vita della vittima stessa. La Suprema Corte ha inoltre precisato che non è necessario che la condotta persecutoria sia violenta, potendo essere anche soltanto psicologica.