You are here
Sarno. Violenza fisica su una donna magrebina: Sarno Democratica chiede di aprire la casa rifugio Provincia Provincia e Regione 

Sarno. Violenza fisica su una donna magrebina: Sarno Democratica chiede di aprire la casa rifugio

 Violenza fisica su una donna magrebina, tanti gli attestati di solidarietà verso la vittima dell’episodio. Tuttavia, per tenere al riparo le donne che subiscono violenza, il gruppo civico di “Sarno Democratica” ha chiesto al Comune di Sarno di rendere operativa la Casa rifugio finanziata con i fondi della Regione Campania. L’aggressione fisica perpetrata nei confronti di una trentenne ha scosso molto la comunità locale. Il fatto è accaduto martedì notte in corso Vittorio Emanuele, dove un uomo di nazionalità marocchina, dopo una lite per futili motivi, ha aggredito la propria fidanzata con colpi al volto e alla testa. Fortunatamente, però, il peggio è stato evitato grazie all’intervento di un passante e all’arrivo degli agenti della Polizia di Sato che hanno prontamente denunciato l’uomo per violenza aggravata e resistenza a pubblico ufficiale. Secondo fonti interne al Commissariato di Polizia, sono vari gli episodi capitati a Sarno che riguardano atti di violenza sulle donne, riporta puntoagronews, specie tra la comunità immigrata dove, il più delle volte, da parte delle donne c’è il timore di denunciare l’accaduto. A tal proposito, il gruppo civico di “Sarno democratica”, rappresentato da Maria Bellomo, ha espresso la propria vicinanza alla vittima dell’aggressione e chiesto all’Ente municipale di attivarsi affinché la Casa rifugio di Piazza Croce sia al più presto resa operativa senza ulteriori ritardi «Tutta la solidarietà da parte del gruppo Sarno Democratica alla donna brutalmente picchiata e grazie al nostro concittadino che ha dimostrato coraggio e nobiltà d’animo- ha dichiarato l’ex consigliera comunale Maria Bellomo- Ricordo ancora l’atteggiamento di sufficienza con cui mi fu detto che per la casa rifugio i tempi erano brevissimi e che era inutile strumentalizzare i ritardi nei lavori e nell’affidamento». Tuttavia, a distanza di tempo dall’annuncio dell’inaugurazione della struttura di accoglienza, non ci sono ancora novità sull’apertura «Ad oggi , dopo tre anni dal reperimento degli spazi e dai fondi reperiti con il Piano di Zona , la struttura resta ancora chiusa. E non garantiamo un servizio fondamentale, che non è la soluzione alla violenza, alle donne della nostra comunità» ha concluso Maria Bellomo.

scritto da 







Related posts