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Sarno, il piromane ha 16 anni: «Era un gioco, ora non dormo più» Cronaca Primo piano Provincia e Regione 

Sarno, il piromane ha 16 anni: «Era un gioco, ora non dormo più»

«Non dormo più la notte. Chiedo perdono a tutta la città». Ha gli occhi bassi, resta seduto, quasi immobile, solo le mani fanno su e giù dalle ginocchia. Ha 16 anni ed è uno dei minorenni indagati a piede libero per l’incendio che ha devastato il Monte Saretto venerdì notte. Un rogo che ha distrutto 20 ettari di montagna lasciando dietro di sé un grave rischio idrogeologico. Le parole gli vengono fuori a fatica, nella difficoltà di raccontare quello che in questi giorni è diventato inspiegabile, incredibile: un incendio distruttivo nato da uno scherzo. Racconta quel venerdì pomeriggio che ha gettato nel terrore la città, col fumo che ha avvolto tutto il territorio rendendo l’aria irrespirabile e l’evacuazione di oltre duecento persone. Lui e i suoi amici, una passeggiata in montagna, un elicottero a sorvolare la zona per spegnere un incendio poco distante, la strana e incosciente idea di giocare col fuoco: «Scherzavamo perché loro prendevano lo straordinario». A casa sua i carabinieri, durante le perquisizioni di sabato mattina, hanno ritrovato delle scarpe con le suole fuse. A pedate ha cercato di spegnere il fuoco, poi ha raccolto dei massi per soffocare le fiamme. «Eravamo in montagna – racconta – Abbiamo visto un elicottero che andava a spegnere un incendio a Bracigliano e abbiamo iniziato a scherzare con l’accendino e le foglie per far arrabbiare un nostro amico. All’improvviso ho visto un fuoco, con calci, pietre e terreno pensavo di averlo spento. Ci siamo allontanati. Scendendo ci siamo fermati a una panchina sempre in montagna, nel giro di dieci minuti si era formata una cappa di fumo. Ho alzato gli occhi e ho visto tantissimo fuoco. Siamo corsi via per la paura. Una volta giù, con un amico abbiamo chiamato i vigili del fuoco. Nel giro di mezz’ora Sarno non si vedeva più. C’era fumo ovunque, pioveva cenere. Tra le prime case in zona c’è quella di mia nonna, ho pensato alle persone. Da lontano ho guardato il fuoco, i soccorritori, e ho pensato che avevamo fatto un guaio enorme. Il giorno dopo sono venuti i carabinieri a casa, in caserma ho detto la verità. Sono pentito di quello che ho fatto, ho distrutto l’ambiente. Non è stato di proposito, lì ci vivono nostri amici, ci sta mia nonna, i miei zii. Una pena è giusta per quello che abbiamo fatto. Ora voglio darmi da fare col volontariato, andare a lavorare, non devo e non voglio fare più guai. Mi scuso con i vigili del fuoco, la protezione civile, hanno fatto un lavoro grandissimo spegnendo il fuoco. La notte non dormo, soprattutto quando piove per il rischio che c’è. Mi scuso con tutta la città se c’è qualcosa da fare io sono qui per recuperare, per aiutare». (fonte Il Mattino)

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