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Rischio Marsili nel Cilento, l’esperta: «Lo tsunami ipotesi improbabile» Cronaca Primo piano 

Rischio Marsili nel Cilento, l’esperta: «Lo tsunami ipotesi improbabile»

L’Etna continua la sua fase eruttiva e lo sciame sismico nel comprensorio del Catanese non si placa. A far paura sono anche i vulcani nostrani, il Vesuvio e il Marsili, quest’ultimo in particolare. Il vulcano sottomarino sito nel Tirreno al largo del Golfo di Policastro, il più esteso d’Europa e alto 3000 metri, preoccupa i cilentani anche perché nei tempi scorsi è stato fatto del facile allarmismo con scenari quasi apocalittici.

A mettere le cose in chiaro ci pensa l’Osservatorio Vesuviano, nella persona della direttrice Francesca Bianco . Fondato nel lontano 1841 dal re delle due Sicilie Ferdinando II di Borbone e dal 2000 sezione istituzionale dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, è l’osservatorio vulcanologico più antico del Mondo e dal 1845, anno in cui entrò in attività, vigilia sulle attività dello “Sterminator Vesevo”.

Ed è proprio da questo punto che parte l’intervento della Bianco: «Non c’è nessuna correlazione tra i fatti dell’Etna e i nostri vulcani – spiega – possiamo solo essere vicini agli amici catanesi ma l’eruzione del vulcano siciliano non deve farci paura. Il Vesuvio e tanto meno il Marsili non sono collegati ma delle realtà a sé stanti».

Sul Marsili l’istituto di ricerca ha le idee chiare seppur non sia prettamente di sua competenza: «È molto difficile fare delle ricerche su un vulcano sottomarino per ovvie difficoltà logistiche – aggiunge la direttrice – e il Marsili, causa le sue enormi misure, rende ancor più difficile il raggiungimento di tale obiettivo. Delle campagne di ricerca sono state però fatte e proprio in collaborazione coi colleghi siciliani. Sappiamo per certo che si tratta di un vulcano attivo in stato di quiescenza come il più famoso Vesuvio – le sue parole – ma non per questo dobbiamo aspettarci un’eruzione domani, dopodomani o la prossima settimana. Sappiamo che alla base del Marsili ci sono detriti derivanti da un’eruzione ma non ci sono elementi che ci fanno pensare a fenomeni eruttivi di grande importanza».

La ricercatrice allontana poi l’eventualità di uno tsunami, non screditando però la necessità di adeguati piani di evacuazione e antisismici: «Sui versanti del gigante sottomarino vi sono spesso delle microscosse che causano frane ma esse sono talmente di lieve entità da essere percettibili soltanto da sofisticati strumenti e di sicuro non vanno a creare tsunami ». Secondo l’Osservatorio, dunque, non c’è nulla da temere, almeno non nell’immediato, e si possono dormire sonno tranquilli. «Quanto da noi affermato si basa su calcoli scientifici e su dati certi – chiosa la direttrice Bianco – non sono semplici chiacchiere da bar». Fonte: La Città di Salerno

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