You are here
L’11 marzo di 67 anni fa moriva Alexander Fleming, il padre della penicillina Attualità 

L’11 marzo di 67 anni fa moriva Alexander Fleming, il padre della penicillina

Accadde oggi: l’11 marzo 1955 muore il batteriologo inglese Alexander Fleming, padre della penicillina. Professore di batteriologia nell’università di Londra e direttore dell’Inoculation Department del St. Mary’s Hospital; accademico pontificio (1946) e socio straniero dei Lincei (1947). Dedicatosi allo studio degli antisettici, scoprì nel 1922 il lisozima. Successivamente, basandosi su un’osservazione casuale compiuta nel 1929, studiò l’azione inibente sugli stafilococchi esercitata da colonie di una muffa comune (Penicillium notatum), riuscendo a individuarne l’attività antibatterica nella liberazione di una sostanza che chiamò penicillina. Questa fu poi isolata e introdotta in terapia da E. B. Chain e H. W. Florey nel 1940. Per tale scoperta F. ebbe nel 1945, con Chain e Florey, il premio Nobel per la medicina. Medico, scienziato e filantropo lo scopritore di questa fondamentale “arma” per combattere le infezioni nasce il 6 agosto 1881 a Lochfield, vicino Darvel (Scozia), una cittadina nell`Ayrshire, regione rurale della Scozia. Discendente da una famiglia di agricoltori, Alexander Fleming è il terzo di quattro figli. I suoi genitori lavorano in una fattoria di ottocento acri che dista un miglio dalla casa più vicina. Durante l`infanzia Fleming passa molto del suo tempo libero divertendosi a correre e giocare tra i ruscelli, le valli e le brughiere, tipici del paesaggio scozzese, sviluppando un sempre crescente interesse per i fenomeni naturali.

Suo padre muore quando egli ha sette anni, lasciando la madre a occuparsi della fattoria con il figliastro più vecchio. Frequentare gli studi diviene particolarmente duro per lui, soprattutto a causa della grande distanza a cui si trovavano le scuole. Il futuro scienziato fa immensi sacrifici per arrivare alla laurea. Per un breve periodo dopo il diploma superiore, spinto dalla necessità, lavora come impiegato in una compagnia di navigazione dell`epoca, con il serio rischio di dover interrompere la carriera scolastica. Malgrado la stanchezza proprio quel lavoro gli fornisce le risorse necessarie per iscriversi all`Università.

Come studente di medicina Fleming dimostra immediatamente di possedere eccezionali capacità, superando con estrema facilità tutti gli esami e guadagnando numerosi premi: nel 1906 ottiene il College Diploma e nel 1908 il London University Degree con medaglia d`oro. In virtù della brillante carriera universitaria, è immediatamente scelto come allievo interno da Sir Almroth Wright, microbiologo, professore di patologia ed uno dei maggiori esperti di immunologia del tempo: inizia così la brillante attività di Alexander Fleming che da semplice studente lo porta a diventare uno degli assistenti personali di Wright ed a lavorare al suo fianco in laboratorio.

Intanto nel 1915 Fleming sposa Sarah Marion McElroy, figlia di un allevatore irlandese, che lavorava in una casa di cura privata: il matrimonio dura fino alla morte di lei, nel 1949.

Sotto la guida del suo maestro comprende l`importanza di sviluppare nel corpo umano un`immunità per guarirlo da un`infezione, ed imposta le sue ricerche in questa direzione. Tra tutte le scoperte fatte in quel periodo, Fleming rimane particolarmente colpito dal lavoro del medico e chimico tedesco P. Ehrlich, che aveva sviluppato il “Salvarsan”, un composto a base di arsenico utilizzato per la cura della sifilide: una “pallottola magica” in grado di uccidere l`organismo infettante senza danneggiare il soggetto infettato. Diventa così uno dei pochi medici ad avere la possibilità di somministrare questo potente farmaco, facendo inoltre esperienza con le nuove e difficili tecniche di iniezione endovenosa.

Il punto di svolta avviene quando Alexander Fleming nel suo laboratorio di St. Martin, a Londra, verificando lo stato di una coltura di batteri, vi trova una copertura di muffa. Questo evento non aveva nulla di straordinario, poiché erano normali situazioni del genere; la cosa eccezionale fu invece il fatto che questa muffa aveva annientato tutti i batteri circostanti. La scoperta, come si è detto, è stata casuale; se si fosse trattato di un altro tipo di germi, o di un altro tipo di muffa, o più semplicemente di uno scienziato più distratto, probabilmente tutto sarebbe passato inosservato.

La scoperta non suscita all`epoca grande entusiasmo anche perché la penicillina non curava molte altre malattie, tra cui la più banale influenza, non immunizzava e soprattutto non eliminava definitivamente i batteri, ma li “stordiva”, in attesa che il sistema immunitario si organizzasse per combatterli e distruggerli. Inoltre, essendo eliminata piuttosto velocemente, erano necessarie diverse somministrazioni giornaliere per ottenere l`effetto desiderato. Medico, scienziato e filantropo lo scopritore di questa fondamentale “arma” per combattere le infezioni nasce il 6 agosto 1881 a Lochfield, vicino Darvel (Scozia), una cittadina nell`Ayrshire, regione rurale della Scozia. Discendente da una famiglia di agricoltori, Alexander Fleming è il terzo di quattro figli. I suoi genitori lavorano in una fattoria di ottocento acri che dista un miglio dalla casa più vicina. Durante l`infanzia Fleming passa molto del suo tempo libero divertendosi a correre e giocare tra i ruscelli, le valli e le brughiere, tipici del paesaggio scozzese, sviluppando un sempre crescente interesse per i fenomeni naturali.

Suo padre muore quando egli ha sette anni, lasciando la madre a occuparsi della fattoria con il figliastro più vecchio. Frequentare gli studi diviene particolarmente duro per lui, soprattutto a causa della grande distanza a cui si trovavano le scuole. Il futuro scienziato fa immensi sacrifici per arrivare alla laurea. Per un breve periodo dopo il diploma superiore, spinto dalla necessità, lavora come impiegato in una compagnia di navigazione dell`epoca, con il serio rischio di dover interrompere la carriera scolastica. Malgrado la stanchezza proprio quel lavoro gli fornisce le risorse necessarie per iscriversi all`Università.

Come studente di medicina Fleming dimostra immediatamente di possedere eccezionali capacità, superando con estrema facilità tutti gli esami e guadagnando numerosi premi: nel 1906 ottiene il College Diploma e nel 1908 il London University Degree con medaglia d`oro. In virtù della brillante carriera universitaria, è immediatamente scelto come allievo interno da Sir Almroth Wright, microbiologo, professore di patologia ed uno dei maggiori esperti di immunologia del tempo: inizia così la brillante attività di Alexander Fleming che da semplice studente lo porta a diventare uno degli assistenti personali di Wright ed a lavorare al suo fianco in laboratorio.

Intanto nel 1915 Fleming sposa Sarah Marion McElroy, figlia di un allevatore irlandese, che lavorava in una casa di cura privata: il matrimonio dura fino alla morte di lei, nel 1949.

Sotto la guida del suo maestro comprende l`importanza di sviluppare nel corpo umano un`immunità per guarirlo da un`infezione, ed imposta le sue ricerche in questa direzione. Tra tutte le scoperte fatte in quel periodo, Fleming rimane particolarmente colpito dal lavoro del medico e chimico tedesco P. Ehrlich, che aveva sviluppato il “Salvarsan”, un composto a base di arsenico utilizzato per la cura della sifilide: una “pallottola magica” in grado di uccidere l`organismo infettante senza danneggiare il soggetto infettato. Diventa così uno dei pochi medici ad avere la possibilità di somministrare questo potente farmaco, facendo inoltre esperienza con le nuove e difficili tecniche di iniezione endovenosa.

Il punto di svolta avviene quando Alexander Fleming nel suo laboratorio di St. Martin, a Londra, verificando lo stato di una coltura di batteri, vi trova una copertura di muffa. Questo evento non aveva nulla di straordinario, poiché erano normali situazioni del genere; la cosa eccezionale fu invece il fatto che questa muffa aveva annientato tutti i batteri circostanti. La scoperta, come si è detto, è stata casuale; se si fosse trattato di un altro tipo di germi, o di un altro tipo di muffa, o più semplicemente di uno scienziato più distratto, probabilmente tutto sarebbe passato inosservato.

La scoperta non suscita all`epoca grande entusiasmo anche perché la penicillina non curava molte altre malattie, tra cui la più banale influenza, non immunizzava e soprattutto non eliminava definitivamente i batteri, ma li “stordiva”, in attesa che il sistema immunitario si organizzasse per combatterli e distruggerli. Inoltre, essendo eliminata piuttosto velocemente, erano necessarie diverse somministrazioni giornaliere per ottenere l`effetto desiderato.

scritto da 







Related posts