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Il report 2019: perse mille aziende nel Salernitano, cresce la ristorazione. In aumento B&B e bar Attualità Primo piano 

Il report 2019: perse mille aziende nel Salernitano, cresce la ristorazione. In aumento B&B e bar

Agricoltura, commercio e costruzioni trainano le imprese salernitane in un 2019 che fa segnare un decremento, rispetto all’anno precedente, delle realtà imprenditoriali sparse tra Salerno e la provincia. Al contempo, cresce il numero, tra gli altri, dei ristoranti, delle attività che offrono alloggi, dei negozi che noleggiano beni e dei rifornitori di energie. È quanto emerge dai dati del registro delle imprese al terzo trimestre 2019 e 2018 elaborati dalla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi. Le prime imprese nate lo scorso anno, tra Capodanno e il 4 gennaio, erano state un’attività di commercio all’ingrosso di materiali da costruzione nel Vallo di Diano, una pizzeria a Salerno, un’agenzia assicurativa e un negozio al dettaglio di filati per maglieria nell’Agro sarnese no- cerino. Le imprese salernitane attive tra il 2018 e il 2019- scrive il Mattino oggi in edicola-, subiscono un lieve calo dell’1,1%, passando dalle lOOmila 359 di due anni fa alle 99mila 213 dell’anno che si è appena concluso. In tutto, danno lavoro a 223mila e 100 persone. In Campania invece, il saldo è all’attivo, seppur di poco: +0,2%. Le imprese campane, tra i due anni analizzati, aumentano da 488mila 300 a 489mila 106. Al di fuori dei confini regionali, in Italia, Roma è la provincia con la maggiore concentrazione di imprese attive, ne ha 365mila che rappresentano il 7% del totale nazionale. In seconda posizione, con 306mila sedi d’impresa attive (5,9% del totale nazionale), c’è Milano che, però, detiene il primato del numero di addetti, 2,2 milioni, corrispondenti a circa il 13% del totale nazionale. Un numero, quest’ultimo, che va ben oltre il milione e mezzo di persone al lavoro nelle imprese romane, 1,5 milioni (9% del totale nazionale). Al terzo posto, ci sono Napoli per quantità di imprese (244mila) e Torino per numero di addetti (769mila). Su base nazionale, le imprese italiane sono stabili a 5,2 milioni, grazie al rafforzamento delle città maggiori: a Roma +1,3%, a Milano +1%, a Napoli +0,8%. Delle 99mila 213 imprese attive salernitane, oltre il 32% è rappresentato da aziende impegnate nel settore del commercio. Che resta la fetta di mercato imprenditoriale che ha maggiore peso nel Salernitano. In questo grande contenitore, l’ente camerale calcola che sono presenti 32mi- la 434 imprese che fanno sia commercio all’ingrosso che al dettaglio e riparazioni. Nel terzo trimestre di due anni fa, invece, erano 33mila 242. Scorrendo la speciale classifica, al secondo posto ci sono 16mila 323 imprese che si dedicano all’agricoltura, alla silvicoltura e alla pesca (oltre il 16% del totale delle imprese di Salerno e provincia). Due anni fa, erano 16mila 992. Sull’ultimo gradino del podio, con limila 652 imprese attive, c’è il settore delle costruzioni dove si sono perse 33 imprese da un anno all’altro. I dati del Registro delle imprese rivelano che, tra il capoluogo e la provincia, sono presenti appena 32 imprese che si dedicano all’estrazione di minerali da cave e da miniere (dato invariato rispetto a due anni fa); 8mila248 sono attività manifatturiere (erano 8mila 268 nel 2018); 143 sono rifornitori di energia elettrica, gas, vapore e di aria condizionata (un settore in espansione: nel 2018 erano 130); 214 riforniscono acqua e reti fognarie; 3mila 31 si occupano di trasporti e di magazzinaggio (erano 220 due anni fa); 8mila 988 sono ristoranti e alloggi (numero in aumento: nel 2018 erano 8mila 268); 1.857 sono impegnate nei servizi di informazione e di comunicazione (erano 1.860 nel 2018); 1.947 fanno attività finanziarie e assicurative (erano 1.969 due anni fa); 1.821 sono intermediari immobiliari (erano 1.707); 2mila 461 svolgono attività professionali, scientifiche e tecniche (erano 2.377); 2mila 806 noleggiano beni e sono agenzie di viaggio (erano 2.724); 630 sono impegnate nel campo dell’istruzione (erano 610); 820 nella sanità e nell’assistenza sociale (erano 798); 1.624 svolgono attività artistiche, sportive e di intrattenimento (erano 1.600); 4mila 135 sono classificate come «altre attività».

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