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Coronavirus, a Cava suonano le campane come nell’anno della peste Attualità Provincia e Regione 

Coronavirus, a Cava suonano le campane come nell’anno della peste

Così come avvenne già nel 1656, Cava de’ Tirreni si affida al Santissimo Sacramento per implorare la protezione Divina in questo momento delicato per il nostro paese e non solo. Mercoledì sera, infatti, Cava, da secoli città Eucaristica, ha risposto con la preghiera alle difficoltà create dal Coronavirus. Così, dalle 19 alle 20, in tutte le parrocchie della città metelliana, su input del vescovo Orazio Soricelli, è stato esposto solennemente l’ostensorio con il Santissimo Sacramento. Dopo la benedizione eucaristica, alle 20 in punto, il suono festoso delle campane ha echeggiato in tutta la valle. Anche il sindaco Vincenzo Servalli, «come un atto di amore nei confronti della città», si è recato sul monte Castello a suonare la campana dallo stesso maniero dove, nel 1656, don Angelo Franco benedisse la città che poi fu liberata dal flagello della peste bubbonica. Il primo cittadino-scrive il Mattino- ha voluto lanciare un messaggio di speranza sui social: «Tutti insieme vinceremo». «Seppur questa misteriosa prova non permette di andare in Chiesa – ha scritto Soricelli – siamo chiamati a riscoprire il valore essenziale della preghiera e del rapporto personale con il Signore che rimane la fonte della nostra speranza e ci libera da ogni angoscia e smarriment

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