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Conca dei Marini, ricorso respinto: la lista l’Altra Italia resta fuori Politica Provincia e Regione 

Conca dei Marini, ricorso respinto: la lista l’Altra Italia resta fuori

Il Tribunale amministrativo regionale della Campania (sezione staccata di Salerno) ha respinto il ricorso contro l’esclusione della lista ‘L’Altra Italia’ dalla competizione elettorale nel comune di Conca dei Marini. Il candidato alla carica di sindaco, Stefano Maria Cuomo e Giancarlo De Masi, delegato presentatore della lista, avevano chiesto l’annullamento del verbale del 4 settembre scorso con cui la sottocommissione elettorale circondariale costituita ad Amalfi aveva respinto la lista per invalidita’ dell’autenticazione delle firme. Ai presentatori era stato contestato il fatto che l’autentica delle firme a sostengo della lista era stata effettuata a Napoli da Cosimo Damiano Cartelli che riveste la qualifica di consigliere comunale, non del capoluogo partenopeo, ma del comune di Varco Sabino, nel comune di Rieti. Secondo i giudici del Tar (presidente Leonardo Pasanisi, estensore Pietrangelo Sorrentino, referendario Anna Saporito) il ricorso contro la decisione della sottocommissione elettorale e’ destituito di fondamento. ‘L’altra Italia’ e’ una lista considerata ‘civetta’, con chiaro orientamento di centrodestra, presente anche in altri Comuni e composta da candidati tutti originari di Napoli, Cercola e Torre del Greco, con nessun legame diretto col paese.

Il capolista Cuomo e’ sostenuto dai candidati consiglieri Eva Guadagno, Elena Lucido, Gabriella Lucido, Chiara Lucido, Rocco Lucido, Vincenzo Del Giudice, Amedeo Gaglione, Simone Fiume Antonietta Busiello Brioso e Federico Fiume. La lista porta lo stesso nome e lo stesso simbolo che nel 2020 e’ assurto agli onori della cronaca per lo scandalo di ‘Candidopoli’: ‘Striscia la Notizia’ rivelo’ un vero e proprio sistema che prevedeva liste presentate a macchia di leopardo in tutta Italia, in centri con pochi abitanti, con candidati in massima parte provenienti da un unico comune, in questo caso partenopeo, spesso a loro insaputa e pure con firme falsificate. Vi erano inseriti anche appartenenti delle forze di Polizia che, in base alla legge 121 del 1981, se candidati a elezioni politiche o amministrative sono posti in aspettativa speciale con assegni, dal momento dell’accettazione della candidatura e per tutta la durata della campagna elettorale. Spesso questi erano anche eletti ma provvedevano alla rinuncia e tutto tornava a posto. Molti, pero’, sono stati anche sottoposti a provvedimento disciplinare perche’ il comportamento assunto all’esito della consultazione elettorale e’ stato ritenuto deontologicamente non corretto.

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