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Caso al Ruggi, il diggì Vincenzo D’Amato. “Perseguiremo chi vuole solo danneggiarci”  Attualità Primo piano 

Caso al Ruggi, il diggì Vincenzo D’Amato. “Perseguiremo chi vuole solo danneggiarci” 

Continueremo a sostenere il personale del pronto soccorso del “Ruggi”, perseguendo con assoluto rigore i comportamenti isolati di chi vuole soltanto danneggiare l’immagine dell’azienda. E’ affidata ad una nota del direttore generale Vincenzo D’Amato la replica dell’azienda ospedaliera universitaria “Ruggi d’Aragona”, in seguito al polverone sollevato dal servizio mandato in onda da Piaza Pulita  e che mostrava divers pazienti in una condizione di disagio. Immagini che, secondo quanto riferito dal dg a Ottopagine, erano arrivate nei mesi scorsi anche sulla scrivania del manager dell’ospedale che aveva disposto una commissione interna per accertare eventuali irregolarità. In particolare, l’indagine interna effettuata dal “Ruggi” aveva consentito di appurar che “la contenzione fisica” (i pazienti legati in barella) “è un evento estremamente raro al pronto soccorso” e utilizzato soltanto in casi di pericolo e per evitare “atti di autolesionismo”.

Il dg D’Amato, in ogni caso, ha espresso vicinanza al personale, evidenziando le grandi criticità che riguardano il mondo sanitario e ribadendo l’impegno dell’azienda per provare ad evitare la fuga dei camici bianchi.

La nota integrale diffusa dal Ruggi.

In riferimento al servizio televisivo che ha interessato il Pronto Soccorso di Salerno, trasmesso ieri nel corso del programma “Piazza Pulita” in onda su “LA 7”, appare opportuno rappresentare che l’Azienda Ospedaliero Universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona comprende 4 Pronto Soccorso che, complessivamente, registrano circa 110.000 accessi annui (70.000 nel solo Presidio di via San Leonardo) con condizioni di sovraffollamento (fenomeno comune al grandi ospedali italiani) che richiedono particolare impegno da parte degli operatori sia dirigenti che di comparto nonché l’adozione di molteplici iniziative e provvedimenti tesi a garantire la continuità e funzionalità del servizio ed a contrastare le difficoltà operative.

In tale ottica, di recente, nei momenti di maggiore affluenza, la dotazione organica della struttura è stata integrata con la presenza dell’assistente sociale che assolve il compito di informare i parenti, sia rimasti in sede che da remoto attraverso collegamento telefonico, sulle condizioni del proprio familiare e sullo stato della procedura attivata. Inoltre, sono in corso di realizzazione progettualità che prevedono il coinvolgimento delle associazioni di volontariato e degli studenti universitari in medicina nonché degli specializzandi con l’obiettivo di essere sempre più vicini e attenti alle necessità e aspettative sia dei pazienti che del personale in servizio.

Si informa, altresì che allo stato, vista l’attuale fase epidemiologica da Covid-19, è prevista la visita dei parenti all’interno del Pronto Soccorso, circostanza che per i pazienti particolarmente fragili era stata mantenuta anche in piena pandemia.

Nello specifico di quanto evidenziato dal servizio televisivo l’Azienda, avendo ricevuto parte delle immagini trasmesse da “LA 7” nel febbraio c.a. aveva già all’epoca costituito una Commissione interna che, nel successivo mese di marzo, a conclusione dei lavori, in riscontro al mandato ricevuto ha precisato “che la contenzione fisica è un evento estremamente raro al Pronto Soccorso ed è prevista in situazioni eccezionali e di reale pericolo per il paziente, al fine di evitare atti di autolesionismo, prevenire rischi di cadute e viene attuata per i tempi strettamente necessari e sempre a tutela del paziente, per salvaguardarne l’integrità fisica e l’incolumità dello stesso o di coloro che ne vengano a diretto contatto”.

Questo genere di servizi, costruiti su materiale verosimilmente registrato da personale interno, che mostrano momenti di estrema intimità e sofferenza degli assistiti, purtroppo si prestano a facili strumentalizzazioni e finiscono con il compromettere il lavoro assicurato quotidianamente dalla struttura di Pronto Soccorso del Presidio Ospedaliero salernitano minando e rendendo sempre più difficile il rapporto con gli assistiti e i loro parenti.

Pertanto, l’Azienda continuerà ad accertare e a perseguire con assoluto rigore e determinazione gli isolati comportamenti che hanno l’unico obiettivo di danneggiarne l’immagine e di rallentarne il processo di crescita e, allo stesso tempo, continuerà a sostenere il personale sanitario di Pronto Soccorso utilizzando tutti gli strumenti attualmente disponibili auspicando l’urgente adozione di concrete iniziative sia normative che contrattuali che riconoscano specifici benefici per gli operatori dedicati all’emergenza al fine di contrastare il fenomeno, anch’esso presente sull’intero territorio nazionale, della “fuga di camici bianchi”.

 

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