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Accadde oggi: il 3 ottobre del 1990 la Germania torna unita Attualità 

Accadde oggi: il 3 ottobre del 1990 la Germania torna unita

Accadde oggi: il 3 ottobre di trent’anni fa la Germania tornò unita: le immagini della caduta del Muro di Berlino nel 1989 sono impresse nella mente di tutti. Meno clamore ha invece avuto l’unificazione della Germania, avvenuta quasi in sordina poco meno di un anno dopo. Eppure quello del 3 ottobre 1990 fu un cambiamento epocale: 5 Länder ridotti a province (Sassonia, Brandeburgo, Sassonia- Anhalt, Turingia, Meclemburgo-Pomerania Anteriore, che accorpavano i vecchi distretti della Ddr) ripresero l’antica dignità di Stati federali e, ognuno per sé ma contemporaneamente, chiesero ed ottennero di entrare nella Repubblica Federale di Germania, adottandone la Costituzione. I territori della Repubblica Democratica Tedesca (Germania Est, DDR) vennero incorporati nell’allora “Germania Ovest”. Il cancelliere Helmut Kohl presentò in Parlamento il piano di riunificazione in 10 punti. Nel 1990 incontrò a Mosca Gorbaciov. Il leader sovietico riconobbe il diritto dei tedeschi alla riunificazione e il 24 aprile sempre Kohl preparò l’accordo di unione economica e monetaria con Lothar de Maizière, presidente del consiglio della Ddr. Il 12 settembre 1990 a Mosca i ministri degli esteri di Usa, Urss, Francia, Gran Bretagna e delle due Germanie firmarono il Trattato ‘2+4’ che pone le basi giuridiche e politiche della riunificazione. Quel che resta dell’Est Trent’anni dopo, molti centri urbani dell’ex Germania comunista sono stati accuratamente restaurati e sono sorte nuove fabbriche, ma molte altre non sono sopravvissute alla brusca transizione al capitalismo. Come quelle automobilistiche. Basti pensare alla celeberrima Trabant e alla più esclusiva – ma pur sempre spartana per gli standard occidentali – Wartburg che chiuse i battenti nel 1991. A Eckardts, un villaggio a pochi chilometri da Eisenach, sorge ancora oggi una gigantesca stalla, reliquia di una delle fattorie collettive che dominavano l’agricoltura nella Germania dell’Est. Se il lungo confine è stato ormai quasi interamente cancellato da boschi campi e nuove costruzioni, in molte città dell’Est ci si può imbattere in edifici abbandonati in attesa di tempi migliori. “Il muro nella testa” Ma le differenze si avvertono ancora. “La coscienza culturale di un paese non può cambiare velocemente. Io sono stato fra i primi a descrivere il cosiddetto ‘muro nella testa’. Quel muro culturale fra l’Ovest e l’Est della Germania. Ed era pazzesco che i politici non l’avessero visto. Ma quando all’epoca scrissi ‘il Saltatore del Muro’ pensavo a mia volta che sarebbe bastata una generazione. E invece no: ne servivano almeno due, tre”. A trarre un bilancio della riunificazione tedesca 30 anni dopo è lo scrittore tedesco Peter Schneider, che in un’intervista all’ANSA dice: “Tutti abbiamo fatto l’errore di dimenticare che i figli hanno dei genitori. E che i genitori influenzano più di qualsiasi altro fattore la testa dei bambini e quello che loro sentono e pensano”. E dunque, se sul piano economico l’integrazione dell’ex Ddr è stata “un successo indiscutibile”, sul piano culturale il discorso è diverso. Anche in Europa, secondo Schneider, la distanza fra i paesi dell’Est e dell’Ovest è ancora visibile: “Si vede che quello della costruzione di una democrazia è un processo lungo e complicato e che ci sono sempre dei contraccolpi. La coscienza culturale, le abitudini culturali sono una cosa che si cambia molto più lentamente delle autostrade o della tecnologia”.

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