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Accadde oggi: 39 anni fa a Miami morì Bob Marley, il mito della musica reggae Cronaca 

Accadde oggi: 39 anni fa a Miami morì Bob Marley, il mito della musica reggae

Accadde oggi: l’11 maggio del 1981 (39 anni fa) muore a Miami Bob Marley. Nato a Nine Mile in Giamaica, aveva 36 anni compiuti il 6 febbraio, oggi ne avrebbe 75. Protagonista della musica reggae o comunque colui che ha contribuito a sviluppare e diffonderla in tutto il mondo. Proprio per onorare questo aspetto, un mese dopo la sua morte fu insignito del “Jamaica Order of Merit”, un’onorificenza Giamaicana, la terza per importanza nel sistema di onorificenze giamaicano, conferita a cittadini locali o insigni cittadini di altri Paesi che si sono particolarmente distinti in ambito internazionale nelle scienze, nelle arti, nella letteratura e in altri campi.
Manca da 39 anni e a causare la sua morte fu un melanoma al piede destro.

Indiscutibilmente tutta la sua musica è stata caratterizzata da temi legati alla lotta contro l’oppressione politica e razziale, tanto che l’aspetto politico prevalse rispetto a quello musicale facendo di lui un leader politico, spirituale e anche religioso.

Proprio per questa sua attività, nel 1978 gli fu conferita la medaglia della Pace dalle Nazioni Unite.

Di padre britannico e madre giamaicana, già appena 17enne decise di voler diventare ‘Rasta’, di appartenere al Movimento ‘Rasta’ anche se Marley non avvicinò mai le frange più violente, al contrario, attraverso i suoi testi, ha tentato spesso di allontanare i giovani dalla violenza e dai loro atteggiamenti negativi.

Forse i più non sanno che subì svariati atti di bullismo a causa sia delle sue origini, che per la sua bassa statura (era alto 163 cm). Per contrastare queste aggressioni fu costretto a seguire corsi di autodifesa. I risultati ottimi gli fece guadagnare il soprannome di ‘Tuff Gong’.

La sua carriera musicale prende il via nel 1961 con la pubblicazione del singolo “Judge Not” che non ebbe però un gran ritorno di consensi. Perciò nel 1964, insieme a Peter Tosh, un altro cantante e musicista gamaicano e Bunny Livingston, cantante e percussionista giamaicano, formò il gruppo “The Wailers”.
Agli inizi degli anni ’70 per sia Peter Tosh che Bunny Livingston, lasciarono la band per intraprendere strade soliste. La reazione di Bob Marley fu quella di riformare la band con nuovi musicisti. Insieme a loro continuò a suonare ma con una chiara distinzione nel nome, Bob Marley & the Wailers.

E’ del 1975 l’uscita di quello che sarà il suo primo storico singolo, l’indimenticabile “No Woman No Cry”.

A segnare invece la fine della sua produzione nel 1980 “Uprising” una produzione in cui Bob Marley ha voluto imprimere un significato religioso. “Emancipate voi stessi dalla schiavitù mentale, nessuno a parte noi stessi può liberare la nostra mente…” così il testo di uno dei singoli, “Redemption”
Il 23 settembre 1980 tenne il suo ultimo concerto allo Stanley Theater a Pittsburg e che faceva parte del suo ultimo tour “Uprising Tour”.

Già molto provato dalla malattia, Bob volle parlare con i suoi figli (14 in tutto), sei femmine e sette maschi. Tre con sua moglie Rita, due adottati e gli altri otto da altre relazioni).

In particolar modo chiese di Ziggy a cui disse “I soldi non possono comprare la vita”. E in occasione di quello che sarebbe stato il suo compleanno qualche anno fa a ricordarlo tra gli altri proprio lui, Ziggy, insieme al fratello Stephen.

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