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Valle dell’Irno, tradito dalla fidanzata e minacciato di morte: “Statte accorte ca t’accic” Cronaca 

Valle dell’Irno, tradito dalla fidanzata e minacciato di morte: “Statte accorte ca t’accic”

Trova la fidanzata con l’amante e viene minacciato di morte in più occasioni sia con una lama che con una pistola. I due amanti, unitamente ad una terza persona, sono stati iscritti nel registro degli indagati e nei giorni scorsi hanno ricevuto l’avviso di conclusione indagine da parte del sostituto procuratore Marinella Guglielmotti.

Lo scrive il quotidiano Le Cronache oggi in edicola. Compagno tradito e minacciato è U. F. L’avviso di garanzia è stato notificato a V. S. 29 anni, A. R. 19 anni e C.D.A. 36 anni, tutti residenti nella Valle dell’Irno.

I fatti risalirebbero al settembre 2018. Secondo la ricostruzione dei fatti operata sembra che U.F. da qualche tempo avesse dei sospetti sulla fedeltà della fidanzata così una sera si reca presso l’abitazione di questa dove ha la conferma di quanto da tempo sospettava.

A. R. era insieme a V. S.. Tra i due uomini nasce un diverbio che ben presto degenera, infatti, V.S., si reca in auto e prende un coltello e dopo averlo puntato contro l’antagonista lo minaccia affermando: “Lasciala perdere se non la finisci ti ammazzo, ti trapasso il corpo con un coltello”.

Alle minacce dell’amante si aggiungono quelle della, fino a quel momento, fidanzata che invia all’ex tradito, U. F.,  un video, tramite whatsapp, nel quale si vede la stessa che impugna un grosso coltello e afferma: “Statt accoort ca t’accic…nun pazzia’”.

Sembrava che la vicenda fosse chiusa dopo la scoperta del tradimento e le minacce. Invece così non è stato. Infatti, qualche giorno più tardi U. F. riceve altre minacce da V. S., questa volta attraverso C.D.A.. Sembra che C. D.A. incontrando per strada U. F. gli abbia mostrato una pistola che aveva sotto il giubbino e, successivamente gli avrebbe detto: “ti devo uccidere, ti devo uccidere davanti ai tuoi genitori, devo venire a casa tua per farlo”.

Spaventato, U. F. si rivolge alle forze dell’ordine che hanno immediatamente avviato le indagini tese ad accertare quanto denunciato dalla vittima. L’attività investigativa si è chiusa con l’avviso di garanzia e l’avviso di conclusione indagine.

Gli indagati hanno venti giorni a disposizione per rendere dichiarazioni o presentare memoria difensiva. Successivamente il magistrato titolare del fascicolo inoltrerà al giudice per le indagini preliminari la richiesta di rinvio a giudizio.

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