Un farmacista salernitano nei guai per violenze in famiglia
Sette anni di violenze fisiche e verbali. Molestie, percosse, umiliazioni che avrebbero costretto una donna e i suoi due figli a «un regime di vita oggettivamente vessatorio». È quanto ricostruisce il pubblico ministero Elena Cosentino nel capo d’imputazione con cui chiede il rinvio a giudizio di un farmacista salernitano, Luigi D’Urso, accusandolo di maltrattamenti in famiglia, violazione di domicilio e lesioni personali aggravate dal coinvolgimento di minori. A denunciarlo è stata l’ex moglie, l’avvocatessa Tullia Pisano, che adesso che la Procura ha chiuso il cerchio ha deciso di uscire allo scoperto per lanciare un appello alle altre donne. «La scelta di denunciare il padre dei propri figli e sempre una scelta drammatica – spiega – Tuttavia vorrei che il mio fosse un invito a tutte le donne a denunciare ogni forma di prevaricazione, sopratutto se perpetuate anche nei confronti dei loro figli. Quando un rapporto finisce non è possibile accettare limitazioni della propria personalità come una conseguenza fisiologia, occorre avere il coraggio di chiedere l’intervento dello Stato avendo fiducia nelle istituzioni e negli organi di supporto».
Per lei il momento della separazione ha segnato secondo gli inquirenti l’inizio dell’incubo. Negli atti d’indagine il magistrato ricostruisce episodi che risalgono al 2009 e altri che si sarebbero susseguiti fino al gennaio di quest’anno, nonostante un ammonimento del questore emesso già nel 2011. Si parla di appostamenti, schiaffi, offese e diffamazioni dinanzi ad amici e colleghi. E poi di quella minaccia («Io ti uccido, ti soffoco») che sarebbe stata pronunciata mettendole una mano sulla bocca.
Fonte: LaCittàdiSalerno