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Traffici illeciti nel Porto, funzionario doganale si difende: “Non sapevo di commettere reati” Cronaca Primo piano 

Traffici illeciti nel Porto, funzionario doganale si difende: “Non sapevo di commettere reati”

Non sapeva di commettere reati, avrebbe fatto tutto in buona fede. E’ la sintesi dell’interrogatorio tenutosi oggi davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Salerno Mariella Zambrano di Claudio La Torre, funzionario doganale, finito agli arresti domiciliari nel blitz di martedì disposto dallo stesso gip su richiesta del pm Elena Guarino nell’ambito dell’inchiesta sui traffici illeciti nel porto. Difeso dall’avvocato Michele Sarno, La Torre ha spiegato in un’ora e mezza di interrogatorio la sua posizione, e il suo ruolo, non consapevole del fatto che il suo operato avrebbe avuto dei risvolti penali. A differenza di altri, il professionista salernitano è uno dei pochi che ha risposto alle domande del magistrato. Per lui è stata presentata anche richiesta di revoca degli arresti domiciliari: libertà o misura cautelare più leggera. Il gip si è riservato la decisione attendendo anche il parere del pm titolare dell’inchiesta. La maxi-operazione della Guardia di Finanza denominata “Tortuga”, ha evidenziato le irregolarità che avvenivano nel porto di Salerno. Contrabbando, traffico internazionale di rifiuti speciali, peculato, falso e abuso d’ufficio sono tra i reati contestati dalla procura antimafia salernitana. In 39 sono finiti agli arresti domiciliari, 21 divieti di dimora, 9 misure interdittive dall’esercizio della professione, pubblico ufficio e pubblico servizio. Altri 18 sono indagati a piede libero. (ma.me.)

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