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Torna allo stadio 17 anni dopo un dramma personale e scoppia in lacrime Cronaca 

Torna allo stadio 17 anni dopo un dramma personale e scoppia in lacrime

Provateci ancora a dire che “sono soltanto undici uomini in mutande e strapagati che corrono dietro ad un pallone”. Sappiano, i superficiali amanti della retorica, che dietro quel pallone che rotola sull’erba ci sono storie straordinariamente belle ed emozioni che non si possono descrivere a parole. “Salerno è la Salernitana, la Salernitana è Salerno” non è una frase fatta, ma slogan che fa capire perfettamente cosa significhi la squadra di calcio per il popolo salernitano. La maglia granata racchiude valori inestimabili: senso d’appartenenza, orgoglio, identità, aggregazione, amicizia, famiglia. Un fenomeno davvero da studiare a livello sociologico. Proprio per questo ci sembra bello raccontare al pubblico la storia di Annamaria Capezzuto, sfegatata tifosa della Salernitana che è tornata all’Arechi 17 anni dopo un dramma personale. Era l’8 ottobre del 2005 e si stava preparando, come ogni fine settimana, per recarsi allo stadio. In quell’occasione la Bersagliera avrebbe ospitato il Genoa, campionato di serie C. Un malore improvviso mise seriamente a repentaglio la sua vita, per diversi mesi ha combattuto a testa alta contro un destino che stravolse la sua esistenza e quella dei familiari. Dopo una battaglia fatta di ostacoli e paure, finalmente Annamaria è tornata a casa e non ha mai spesso di seguire la squadra del cuore seppur a distanza. Le condizioni fisiche e la paura di esporsi al pubblico su una sedia a rotelle prevalevano sulla voglia matta di tornare sui gradoni. Finalmente, sabato scorso, il suo sogno si è avverato. Merito della figlia Roberta, altra guerriera che ha superato un momento difficilissimo, del genero Enzo e di Daniele. Sono stati loro a organizzare tutto nei minimi dettagli, anche grazie alla collaborazione del Centro di Coordinamento. Sono stati loro a trasmetterle serenità e sicurezza, bardandola di granata e invitandola a godersi la giornata accantonando per un paio d’ore i problemi della quotidianità.

Non appena ha messo piede in tribuna verde e la Salernitana è scesa in campo per il riscaldamento, Annamaria è scoppiata in un pianto liberatorio. Pelle d’oca anche quando è partito “Urlando contro il cielo” e guardava la curva con emozione e ammirazione, cantando assieme alla famiglia mentre sfoggiava la sua maglia granata riportante la scritta “Macte Animo”. I due gol sono stati la ciliegina sulla torta, una donna con difficoltà di deambulazione ha trovato la forza di alzarsi per qualche secondo con un grande sforzo fisico pur di esultare come non accadeva da 17, lunghissimi anni. Dopo il triplice fischio finale è stata l’apoteosi, la promessa è quella di essere presente anche in occasione della prossima gara interna con il Milan che inaugurerà il 2023. Sui social è stato un autentico plebiscito, tra i commenti anche quello del dottor Nigro che, di fatto, le salvò la vita. Sempre affettuoso anche l’amato ex attaccante granata Arturo Di Napoli che, ogni volta che viene a Salerno, non perde occasione per manifestarle il suo affetto. Ma soprattutto ci sono stati i messaggi di chi, quel maledetto 8 ottobre, ha vissuto un incubo a occhi aperti e oggi sogna rivedendola in quella che è stata, da sempre, la sua seconda casa. Dal Vestuti all’Arechi. A prescindere dalla categoria. Bentornata!

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