Un raid con di mazze di legno a Roccapiemonte rischia di far finire a processo almeno dodici persone, tutti molto giovani. È quanto contenuto nella richiesta di rinvio a giudizio della Procura di Nocera Inferiore, per un episodio che risale al 22 ottobre scorso. Un raid violento e inaspettato, che costò il ferimento di un ragazzo di 18 anni, figlio di un agente di polizia, che si trovava lì per caso insieme ad un amico. E che nulla aveva a che vedere con quel gruppo. L’accusa mossa dal pm è di devastazione in concorso. Gli indagati, quasi tutti originari delle due Nocera, tra i 20 e i 21 anni, compariranno dinanzi al gip per l’udienza preliminare dopo l’estate. Nella «banda» ci sono anche ulteriori cinque ragazzi, di età minore, per i quali sarà il tribunale competente di Salerno a valutare le loro condotte. Stando alle accuse dell’organo inquirente, il gruppo arrivò a piazza Zanardelli, a Roccapiemonte, intorno alle 22. In molti avevano il volto coperto da cappuccio e passamontagna. Trascorsero pochi minuti quando molti degli indagati cominciarono a colpire tutte le auto che erano in sosta. Saranno sei quelle danneggiate- scrive il Mattino-, al termine del raid. L’aggressività di quei ragazzi fu tale che molte delle persone che erano in strada, in quel momento, scapparono in più direzioni, rifugiandosi in qualche bar o altrove. Molti dei coinvolti stringevano in pugno mazze e bastoni. Dopo aver colpito diversi veicoli, si diressero verso un noto bar, dove all’esterno erano presenti donne e bambini. Fu un ragazzino di 18 anni ad essere aggredito, che si trovava in compagnia di un amico a passeggiare. Fu picchiato da alcuni degli indagati, rimediando contusioni guaribili in otto giorni. La maggior parte delle ferite furono riscontrate alla testa.