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Spaccio, l’Antimafia vuole il processo per Persico e soci Cronaca 

Spaccio, l’Antimafia vuole il processo per Persico e soci

L’Antimafia ha chiesto il processo per “zio Ciro”, al secolo Ciro Persico, boss di via Masuccio Salernitano, il promotore dell’associazione per delinquere suddivisa in cinque sottogruppi, sgominata lo scorso mese di giugno dal blitz della procura antimafia e dei carabinieri della comando provinciale di via Raffeale Mauri. Nella scala gerarchica del sodalizio dedito allo “spaccio silente”, subito sotto Persico c’era il “primo dirigente”, Gennaro Caracciolo, mentre il ruolo di “secondo dirigente” la Dda lo attribuisce a Luigi Iannone. Coinvolte nell’inchiesta anche le rispettive compagne, Maria Rosaria Landi e Serena Galluzzo.

I sottogruppi. La gestione dello spaccio era suddivisa in piazza ed ognuna aveva il suo capogruppo di riferimento. Gli inquirenti ne hanno individuati cinque. Il più attivo era quello guidato da Ciro Persico che aveva la sua base operativa nel centro storico. Poi c’erano quelli minori guidati da Antonio Noschese, Mauro Natella (attivo nel Villaggio dei Puffi), Fabio Grimaldi e Maurizio De Sio. Ogni sottogruppo aveva il suo raggio di azione e guai a sconfinare. Partivano pesanti ritorsioni. Tra il 2016 e 2017 si verificarono una scia di episodi violenti: il 5 novembre 2016 fu malmenato a Matierno, Franco Sasso, genero di Noschese. L’8 dicembre fu ferito a una gamba da un colpo di pistola un pusher. Il 9 aprile del 2017, sempre a Matierno, Caracciolo fu gambizzato, tre settimane dopo ignoti spararono contro la sua abitazione. Il 31 maggio furono esplosi alcuni colpi di pistola contro le finestre di casa di Ciro D’Onofrio, che il 30 luglio fu poi ucciso a Pastena. L’8 ottobre furono incendiate due auto di proprietà di Patrizio Cerrito. Il 24 novembre, a Fratte, fu pestato Grimaldi. Il 20 dicembre Cerrito fu picchiato in casa e rapinato

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