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Scontri a Roma, 12 arresti: in manette anche i vertici di Forza Nuova Cronaca Primo piano 

Scontri a Roma, 12 arresti: in manette anche i vertici di Forza Nuova

Dopo la guerriglia di ieri a Roma, con gli scontri tra manifestanti no Green pass e forze dell’ordine e l’assalto alla sede della Cgil, nel corso della notte sono state arrestate dodici persone. Fra di loro – fa sapere la questura – ci sono i vertici di Forza Nuova, il partito neofascista e nazionalista di estrema destra, tra cui Roberto Fiore e Giuliano Castellino, rispettivamente responsabile nazionale di Forza Nuova e capo romano del movimento di estrema destra. Movimento che ieri ieri ha guidato i manifestanti contrari alla certificazione verde obbligatorio nei luoghi di lavoro dal 15 ottobre per le vie del centro storico, da via del Corso a via Veneto, passando per Villa Borghese, seminando il caos e arrivando fin sotto Montecitorio, sede della Camera, e Palazzo Chigi. Non solo: al seguito di Castellino un gruppo di facinorosi ha preso d’assalto la sede della Cgil.

Per tutta la giornata le forze dell’ordine sono state impegnate a contenere la rabbia e le violenze dei più facinorosi tra i manifestanti – in strada sono scesi in diecimila – con fumogeni, bombe carta e scontri con le forze dell’ordine. La manifestazione dei no-Vax e dei no Green pass è iniziata nel primo pomeriggio in piazza del Popolo ed è proseguita Poi alcuni facinorosi sono riusciti a entrare e hanno sfasciato gli arredi al pian terreno. Nel frattempo il resto dei manifestanti a piazza del Popolo ha continuato a tentare di forzare il blocco delle forze dell’ordine lanciando anche sedie contro gli agenti. A piazza Barberini, a via del Tritone e a Largo Chigi ci sono stati scontri con lanci di lacrimogeni e bombe carta.

Chi sono Castellino e Fiore
No-Vax, contrari al Green Pass, intolleranti e, soprattutto, fascisti. Dichiaratamente fascisti. Roberto Fiore e Giuliano Castellino, rispettivamente segretario nazionale e leader romano di Forza Nuova, sono due delle 12 persone arrestate dai poliziotti della Digos per gli scontri di ieri nel corso del corteo che ha messo a ferro e fuoco il centro della Capitale. La storia di Fiore e Castellino si intreccia con la nascita di Forza Nuova, il movimento di estrema destra conosciuto per le manifestazioni e gli scontri con la polizia, ma assente alle urne dove negli anni è andato incontro a una sconfitta dietro l’altra fino alla decisione più naturale: smettere di candidarsi.

La storia di Fiore, 62 anni compiuti l’aprile scorso, parte da lontano: è uno dei fondatori di Terza Posizione, successivamente uomo d’affari a Londra e poi, una volta tornato in Italia, padre e leader proprio di Forza Nuova. Una figura da sempre molto controversa quella di Fiore, tanto che stampa e tv avevano dedicato un servizio su come sarebbe nato il suo business capace di fatturare 30 milioni l’anno. In piena emergenza Covid-19, Forza Nuova è salita alla ribalta anche per la manifestazione annunciata durante la domenica di Pasqua per protestare contro il divieto di celebrare le funzioni religiose a cause delle misure restrittive.

Ed è proprio nel movimento di estrema destra, fondato nel 1997, che Fiore lega con Giuliano Castellino, 44 anni, destinato, molto probabilmente, ad essere l’erede. Oggi Castellino è il leader della protesta contro il certificato verde o, come lo chiamano i militanti in maniera dispregiativa, il lasciapassare. A gennaio era stato destinatario di una sorveglianza speciale proprio per alcune azioni violente durante le manifestazioni contro il lockdown. Castellino era a piazza del Popolo a manifestare anche il 14 e il 28 agosto scorsi. A settembre a Castellino era stato notificato un Daspo per gli eventi sportivi. Il primo settembre era entrato allo stadio Olimpico per una partita della Roma sottoponendosi al test del tampone per avere il Green pass. Ha ricevuto altri due Daspo nel 2017 e nel 2018. “Siamo 100mila. Oggi fermiamo il certificato verde. La forza della piazza contro la tirannia sanitaria, la forza della gente contro le emergenze inventate”, aveva detto all’AGI Castellino poco prima delle tensioni.

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