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Scandalo al cimitero di Angri, il pubblico ministero non fa sconti e chiede 13 rinvii a giudizio Provincia e Regione 

Scandalo al cimitero di Angri, il pubblico ministero non fa sconti e chiede 13 rinvii a giudizio

Scandalo cimitero ad Angri, i 13 indagati davanti al gup a febbraio: si discuterà della richiesta di rinvio a giudizio formulata dalla procura nocerina: dovranno difendersi da accuse come violazione di sepolcro, truffa allo Stato abuso d’ufficio e falso. Al centro degli episodi contestati più gravi, sono imputati i due dipendenti comunali dell’Ente angrese, Gennaro Somma e Luigi Cagnazzi, con quest’ultimo stralciato dall’attuale procedimento e già sotto accusa per truffa, violazione di sepolcro e falso, per aver aperto i loculi e portato avanti modelli e lavori di polizia mortuaria, realizzando modelli fasulli, concedendo sconti su cui riuscivano a lucrare, intascando soldi in modo illecito. Agli atti sono raccolti i modelli cimiteriali, predisposti dall’amministrazione comunale angrese per le operazioni di polizia mortuaria, falsificati ad hoc, con i pagamenti per inumazioni e trasporti addebitati senza titolo. In pratica, nell’indagine della Procura della Repubblica di Nocera Inferiore i promotori agevolavano i non residenti, facendoli risultare residenti e percependo somme per praticare la corsia riservata alle persone di Angri, con uno sconto che si monetizzava peri loro buoni uffici. Il pubblico ministero Angelo Rubano ha coordinato il lavoro dei carabinieri di Angri, formulando infine oltre venti diversi capi d’accusa, di varia natura: le contestazioni riguardano in particolare uno spaccato su un giro di illeciti sistematici portati avanti nella gestione dei servizi cimiteriali. Gli indagati sono al centro di uno dei tre diversi filoni portati avanti dalla procura.  Decisive risultano le attività di intercettazione eseguite dai carabinierisu delega della Procura, con una serie di precedenti sopralluoghi al camposanto comunale a registrare ulteriori violazioni.  

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