SAN MATTEO NELL’ARTE DEL CARAVAGGIO
* La rubrica dell’esperto
Le due tele con cui il grande pittore lombardo ha voluto ricordare l’apostolo ed evangelista Matteo,sono :
“La vocazione “e “San Matteo e l’Angelo”,
entrambe esposte nella Cappella Cantarelli , chiesa romana di San Luigi dei Francesi.
Considerate tra le opere più importanti del Caravaggio , esse fanno parte di un ciclo pittorico sul santo amato e venerato dai salernitani.
Nella stessa chiesa ,si trova un terzo dipinto che raffigura il martirio di questo “innamorato di Cristo”,nato a Cafarnao intorno al III A.C.
Sono dipinti che andrebbero visti da vicino ,per gustare l’emozione dei chiaroscuri nati dal pennello geniale di Michelangelo Merisi.
Si sa che i “caravaggeschi”fanno vibrare gli appassionati di arte ,ma dal vivo danno l’opportunità di mostrare la loro matericita’ e soprattutto i contrasti di colore.
Le ombre , insieme alla plastica anatomia delle figure ,si fondono con la dinamica dei corpi ,dando ai personaggi un aspetto straordinario.
L’emozione si completa con il sentimento di amore che i salernitani sentono per il santo che li guida e li “difende”.
Correva l’anno 1544,
quando Ariadeno Barbarossa, il sanguinario corsaro turco , schierò le sue “tartane”al largo del golfo di Salerno
Sul volto degli uomini in armi schierati all’arenile , pronti a difendere la patria ,si leggeva un drammatico destino.
Salerno viveva da tempo il suo periodo di decadenza ,che la vedeva asservita a Napoli e privata di quella solida difesa che un tempo le avevano garantito ,prima i longobardi e poi i normanni.
Già dall’avvistamento della torre dell’ Angellara , erano giunte le grida disperate di allerta.Non ci sarebbe stato scampo e la sorte della città ,difesa da quel manipolo di valorosi sembrava segnata.
Le donne e i bambini erano state messe al sicuro sulle colline ,mentre gli anziani si trovavano tutti nel duomo ,raccolti in preghiera ,davanti al santo patrono.
Lo sguardo del Barbarossa ,malvagio ed avido ,già pregustava l’assalto rapido,violento e letale , poi sarebbe toccato ad Amalfi.
Non andò cosi’ :
Matteo santo,il gabelliere che non esitò un momento a lasciare tutto per seguire Gesù’ , il Nazareno che lo avrebbe condotto in Paradiso , aveva avuto dal Padre Celeste i poteri soprannaturali dei Santi.
Egli era li’ in soccorso dei salernitani e
gli assalitori conobbero la disfatta, tra i flutti di quel mare calmo improvvisamente divenuto implacabile tempesta .
E’ lo stesso mare che ancora oggi si distende mansueto nell’abbraccio alla città che più di ogni altra ama San Matteo, tributandogli ogni anno onori ed amore che culminano nella emozionante processione del 21 settembre.
* Camillo Lambiase