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Rifiuti tessili, in 4 anni nel Salernitano produzione aumentata del 14% Attualità 

Rifiuti tessili, in 4 anni nel Salernitano produzione aumentata del 14%

Secondo l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), in Italia ogni anno 663mila tonnellate di rifiuti tessili finiscono nelle discariche o nei termovalorizzatori, pari al 5,7 per cento dei rifiuti indifferenziati totali. In Campania, nel 2020, la produzione di rifiuti tessili è stata di 14.263 tonnellate, in diminuzione rispetto al 2019 del 7%

I dati sono contenuti nel dossier Legambiente “Facciamo secco il sacco. Focus Rifiuti Tessili”. La frazione tessile rappresenta lo 0,6% del totale dei rifiuti prodotti in Campania, valore che risulta essere superiore alla media nazionale che si attesta allo 0,5% e decisamente superiore al dato medio del Sud Italia che si ferma allo 0,42%.

Tra le province della Campania, in termini di produzione assoluta di rifiuti tessili, il maggior contributo arriva da quella di Napoli poi Caserta e Salerno con 2.133 tonnellate.

In termini di produzione di rifiuti tessili, la provincia di Salerno ha fatto registrare un aumento dal 2016 al 2020 del 14%. A partire dal 1° gennaio in Italia è scattato l’obbligo della raccolta differenziata dei rifiuti tessili, anticipando così la normativa europea che ne prevede l’attivazione della raccolta separata a partire dal 2025. Troppi però sono i tessili che finiscono ancora nel contenitore del secco indifferenziato tra vestiti, abiti e tessuti vari.

In base alla popolazione residente, in Campania la situazione più complessa si riscontra nei grandi comuni, quelli con più di 15 mila abitanti. La provincia di Salerno risulta comunque la più virtuosa in termini di comunicazione delle informazioni sul conferimento della frazione tessile. Infatti, il 66,7% dei comuni campionati ha riportato sul proprio sito le corrette informazioni per la raccolta di questa tipologia di rifiuto.

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