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Rifiuti e camorra, la Procura Generale di Napoli chiede 12 anni in appello per Nicola Cosentino Attualità 

Rifiuti e camorra, la Procura Generale di Napoli chiede 12 anni in appello per Nicola Cosentino

La Procura generale di Napoli ha chiesto 12 anni di carcere per l’ex sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino nell’ambito dell’appello del processo Eco4, che vede Cosentino imputato per concorso esterno in associazione camorristica in relazione alla gestione, ritenuta politica-mafiosa, di un Consorzio che nel Casertano si occupava nei primi anni duemila di raccolta dei rifiuti. In primo grado, l’ex coordinatore regionale di Forza Italia era stato condannato, dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere, a nove anni perché riconosciuto come il “referente nazionale del clan dei Casalesi”, almeno fino al 2004; la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli aveva presentato appello contro la sentenza ritenendo che l’appoggio di Cosentino al clan fosse andato avanti anche oltre il 2004, almeno fino al 2007-2008, saldandosi dunque con le condotte contestate in altre due indagini antimafia successive che hanno coinvolto Cosentino, ovvero il “Principe e la Ballerina” e l’inchiesta “carburanti”; nei processi scaturiti dalle due indagini, giunti in appello, l’ex sottosegretario è stato però assolto. La Procura generale – in aula, per la requisitoria, c’era un sostituto – ha quindi chiesto l’accoglimento dell’appello presentato dal pm, richiedendo una maggiorazione della pena visto che nel 2005 è entrata in vigore una normativa che aumentava i minimi edittali per i reati mafiosi.

Il processo Eco4 – nell’udienza del 28 ottobre furono anche acquisiti i verbali dei nuovi collaboratori di giustizia del clan, come Nicola Schiavone, primogenito del capoclan Francesco Sandokan Schiavone – proseguirà il 3 febbraio prossimo, quando sono previste le arringhe dei difensori di Cosentino, ovvero Stefano Montone e Agostino De Caro.

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