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Ricercatore condannato a morte. Tommasetti (Lega): Mobilitiamoci per salvare una vita Attualità Italia e Mondo 

Ricercatore condannato a morte. Tommasetti (Lega): Mobilitiamoci per salvare una vita

  “Una sentenza disumana, che apprendiamo con angosciante dispiacere. Non possiamo voltarci dall’altra parte. Indignazione e sgomento non bastano: la diplomazia italiana si mobiliti con fermezza contro questa condanna a morte”. Così il prof. Aurelio Tommasetti, Responsabile Nazionale del Dipartimento Università della Lega, in merito alla notizia che il ricercatore e medico iraniano Ahmad Reza Djalali, cittadino onorario di Novara e dottore di ricerca all’Università del Piemonte Orientale, sarà giustiziato dalle autorità della Repubblica Islamica.
“Nonostante la mancanza di prove, dopo mesi di ingiustificata detenzione, nel gennaio 2017, Djalali viene trasferito nella sezione 15 del tribunale rivoluzionario di Teheran con l’accusa di spionaggio. Senza avvocato, al quale è stato impedito di presenziare alle udienze, nell’ottobre dello stesso anno, il ricercatore viene incarcerato nella prigione di Evin e condannato a morte per impiccagione con l’accusa di ‘corruzione sulla terra’. Nel luglio 2019, il piemontese d’adozione viene trasferito in un luogo ignoto, dove subisce torture inenarrabili in attesa della sua esecuzione.
L’impiccagione, prevista per lo scorso 21 maggio, non è stata ancora eseguita. Proprio per questo – conclude Tommasetti – dobbiamo far sentire la nostra voce e salvare il giovane uomo di scienza dalla barbara pena capitale inflittagli”.

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