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PROFESSIONISTI: IL RICATTO DEGLI STUDI AI GIOVANI COLLABORATORI Attualità 

PROFESSIONISTI: IL RICATTO DEGLI STUDI AI GIOVANI COLLABORATORI

Recentemente molti giovani professionisti si sono sentiti pronunciare dal collega più anziano titolare dello studio professionale con il quale lavorano a partita iva questa frase: adesso che prenderai il bonus da 600 euro ti taglio il compenso. Questo è quanto capitato ad alcuni giovani professionisti che lavorano presso studi di avvocati, ingegneri o architetti, che hanno avuto accesso al bonus dei 600 euro.
Molti professionisti in questo periodo di emergenza hanno denunciato questa pratica ricattatoria. Generalmente si tratta di giovani avvocati che lavorano a partita iva ai quali il titolare di studio ha abbassato la quota mensile.  Altri invece sono stati licenziati.
Oggi chi lavora a partita IVA per un unico committente rappresenta la categoria più debole: difatti è sicuramente molto più facile licenziare un avvocato che una segretaria a cui bisogna riconoscere quantomeno il TFR. Una pratica del tutto identica è avvenuta negli studi delle professioni tecniche.
Molte segnalazioni sono pervenute anche da parte di ingegneri e architetti ai quali alcuni colleghi titolari di studi hanno fatto richieste di compensare il bonus di 600 euro ricevuto da Inarcassa con le loro spettanze mensili.

Sarà importante capire chi vigilerà su queste pratiche e se si andrà colpire coloro che attuano queste ignobili pratiche illegali.
I sindacati di categoria hanno espresso la loro vicinanza ai collaboratori di studio manifestando la loro totale contrarietà verso tali richieste estorsive che rischiano di disperdere l’organizzazione di studio, la cui conservazione e continuità rappresentano fattori imprescindibili per contribuire alla ripresa delle attività.







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