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Personale del Tribunale esposto a contagio: i procuratori scrivono a Buonafede Attualità 

Personale del Tribunale esposto a contagio: i procuratori scrivono a Buonafede

Personale esposto a contagio, i procuratori generali di 26 procure hanno inviato una lettera al Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. C’è anche la firma del procuratore generale di Salerno tra quelle che chiedono un imminente intervento al Ministro. L’obiettivo è quello di avere un immediato incontro, anche in videoconferenza, per cercare di fronteggiare il problema legato alla presenza del personale amministrativo dei tribunali, creando così la probabilità di aumentare i contagi.
“I procuratori generali di tutta l’Italia si rivolgono a Lei per rappresentare un’esigenza che ogni giorno diviene più pressante e di non facile soluzione”. Si legge nella nota inviata al Ministro, “La nostra preoccupazione riguarda il personale amministrativo in servizio negli Uffici giudiziari, che guarda a noi e ai Dirigenti amministrativi e attende una risposta che dia garanzie quanto all’esposizione ai rischi di contagio e all’impiego quotidiano. Le disposizioni normative (segnatamente l’ultimo decreto-legge) hanno ridotto a pochissime attività quello che è l’ordinario lavoro delle Procure generali, delle Procure della Repubblica e degli stessi uffici giudicanti. Esponiamo ogni giorno un elevatissimo numero di persone all’obbligo di recarsi in ufficio a fronte di un’attività veramente minima. Gli unici strumenti che abbiamo a disposizione per poter ‘decrementare’ la presenza di quelle persone negli uffici è una sorta di moral suasion’ affinchè utilizzino periodi di congedo o i cosiddetti riposi compensativi, congedi straordinari o qualche altra forma di assenza volontaria”.
Tra i diversi problemi sottolineati dai procuratori generali anche “che gli strumenti per il lavoro da remoto o il cosiddetto lavoro agile sono molto limitati (anche per ragioni di sicurezza della rete e dei dati) e che, ancora una volta, porremmo il personale di fronte alla disparità di trattamento con i magistrati, che hanno una disciplina lavorativa più elastica e per i quali è molto più semplice (e già lo stiamo attuando) realizzare programmi di lavoro da svolgere standosene, al sicuro, a casa”.

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