Per un ventaglio andai in America
* La rubrica dell’esperto
Gli antiquari hanno creato le loro fortune su mobili e dipinti antichi, o comunque su suppellettili che generalmente arredano la casa.
Al contrario,io mi sono sempre sentito attratto dagli oggetti minuti,per lo più di interesse collezionistico,facilmente trasportabili, soprattutto in viaggio o durante fiere ed eventi commerciali.
In particolare, la mia prima passione sono stati i ventagli.Ne avevo raccolti tanti e così’ belli che ,quando iniziai l’attività di antiquario , divennero una proposta particolarmente apprezzata dalla mia prima clientela.
Ebbi però immediatamente la necessità di rifornirmene in modo adeguato e subito questo divenne un problema di non facile soluzione.
Cominciai a girare in lungo ed in largo ,ma mi imbattevo in oggetti non della qualità che io amavo ed a cui avevo abituato i frequentatori della mia bottega.
Mi resi conto ben presto che dovevo muovermi verso lidi lontani e quando intuii che questo genere di cose le avrei trovate tra il Centro ed il Sudamerica,feci la valigia e mi diressi verso l’Ovest.Partivo mediamente per una settimana ogni due o tre mesi ,vivendo episodi ed emozioni incredibili, comprese le palpitazioni alle dogane .
Fino a quel momento non avevo mai “volato”fuori dall’Europa,ma poi, in poco più di vent’anni sono andato almeno una cinquantina di volte oltreoceano.
Per tre volte di seguito ,eravamo ancora con le lire,mi sono recato a Buenos Aires e per le “calles”della Defensa ,dove si allineavano un centinaio di antiquari ,divenni subito “el abaniquero”
“Abanico”, in spagnolo , significa ventaglio ed io ,che in ogni negozio intorno alla Plaza des Armas chiedevo ventagli antichi, fui per tutti “el abaniquero italiano”
In particolare trovavo i “Vernis Martin “, piccoli ventagli in avorio ,deliziosamente miniati anche sulle stecche .Si chiamavano così dal nome dei fratelli Martin,inventori di una lacca lucida che faceva presa anche sull’avorio.In Italia sono rari ed apprezzati ;li vendevo fino ad un milione,contro i cento dollari che sono riuscito sempre a spuntare , sia all’Avana che a “Baires”.
Ma nell’ultimo viaggio in Argentina ne trovai uno formidabile:
“El abanico mas raro de mi vida”
Ma questa scoperta è legata ad una storia così bella , che non avrei spazio per raccontarla adesso.E’un racconto di sofferenza, di nostalgica tristezza,ma commovente, come può esserlo solo la storia di un emigrante partito da Mergellina agli inizi del novecento e mai più tornato.
Ne farò il tema del mio articolo di lunedì prossimo ,rivivendo con voi uno dei momenti più toccanti dei miei avventurosi viaggi nelle Americhe.
* Camillo.Lambiase