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Pendolari, carrozze nuove e vecchi disagi nel Salernitano Economia Primo piano 

Pendolari, carrozze nuove e vecchi disagi nel Salernitano

In Campania i pendolari divorziano dal trasporto pubblico. La diaspora è nei numeri dell’annuale rapporto Pendolaria di Legambiente: segna un -33,9%, tra 2011 e 2018, l’andamento dei passeggeri giornalieri su ferrovie locali e regionali. In Italia soltanto l’Abruzzo fa peggio (-39,9). «Per i circa 308.484 pendolari campani che ogni giorno prendono il treno per andare a lavorare o a studiare – afferma Legambiente Campania – la condizione del trasporto pubblico è sempre più insostenibile. Dal 2011 ad oggi il calo dei pendolari è stato vertiginoso, passando dai 467mila utenti a 308.484: in pratica un crollo del 34%. In termini pratici sono oltre 158mila i pendolari che hanno abbandonato il trasporto pubblico (buona parte riguarda la Circumvesuviana, a causa di tagli e del degrado del servizio) per i mezzi privati, che significa una stima prudente di oltre 79mila automobili che in sette anni sono ritornate a circolare sulle nostre strade, con più ingorghi e più smog». Ad attenuare il quadro a tinte fosche, l’indagine sottolinea che «almeno negli ultimi anni il trend è in risalita». Il recupero è «trainato dalle linee gestite da Trenitalia, dove sono stati inseriti più servizi e nuovi treni, mentre per le linee Eav i dati continuano ad essere negativi». Perché fuggono i pendolari. La fuga dei pendolari non è casuale: dal 2010 ad oggi i tagli complessivi al servizio ammontano all’8%, ma le tariffe osservano un aumento del 48%. «La Regione Campania affermano gli ambientalisti – investe ancora troppo poco per potenziare il servizio e comprare treni: la spesa nel 2017 per i pendolari è di 121,76 milioni di euro tra servizi e materiale rotabile, pari ad un totale dello 0,69% del bilancio regionale. Una spesa inadeguata perché ancora non sufficiente ad eliminare i gravi problemi che affliggono molte delle linee pendolari». Tra i nodi permane l’età media dei treni, che continua a crescere «nonostante segnali di investimento e dei primi inserimenti di nuovi convogli nel corso degli ultimi mesi». In Campania sono 370 i treni in circolazione sulla rete regionale, la cui età media è di 19,8 anni, con il 65,6% dei convogli in servizio da oltre 15 anni. Soltanto Puglia e Basilicata (20,1 anni) riescono ad avere treni più vecchi. Le linee “bocciate”. Il rapporto segnala che le lamentele si appuntano sull’età e l’affollamento dei treni, ma anche sui disagi per l’assenza di coincidenze sulle direttrici Salerno- Cava-Napoli e Caserta-Aversa-Napoli. Sono due delle tratte più utilizzate e i viaggiatori chiedono un maggiore cadenzamento dei treni. E poi c’è la Circumvesuviana, per cui si ritiene cruciale l’acquisto di nuovo materiale rotabile, previsto da un bando di gara completato (220 milioni). «Sono continui – ricorda il rapporto – i forti disagi per pendolari e turisti con treni stracolmi, a cui si aggiungono i guasti al materiale rotabile». Inoltre, il rapporto inserisce la direttrice Salerno-Taranto tra quelle prioritarie, e chiede al governo di assicurare un servizio cadenzato con tempi competitivi e nuovo materiale rotabile. Il caso della Battipaglia-Potenza. Tra le urgenze indicate, c’è la velocizzazione della linea Battipaglia-Potenza-Metaponto. Servono interventi di adeguamento del tracciato, con riduzione delle pendenze ed aumento dei raggi minimi. «Questa condizione – spiega l’indagine – si riflette sulle velocità: sulle tratte Salerno-Potenza Inferiore e Potenza Inferiore-Metaponto, rispettivamente di 55 e 76 km/h». Segnalati, specie in inverno, rallentamenti a causa di convogli che slittavano. Le conseguenze: treni soppressi o fermi, e ritardi. La velocizzazione – dal costo di 491 milioni – vede il progetto ancora ad un livello preliminare. Fonte: La Città di Salerno

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