Patto per la droga nei Picentini, la Dda chiede 2 secoli di carcere e l’assoluzione per Sergio Bisogni ‘o gemello
Non fa sconti la Procura sia ordinaria che dell’Antimafia per lo spaccio tra i Picentini e la Piana del Sele. Nella requisitoria dei sostituti Marco Colamonaci (pm della Dda) e Francesca Fittipaldi all’udienza preliminare dinanzi al gup Giandomenico D’Agostino del Tribunale di Salerno per gli imputati che hanno chiesto il giudizio abbreviato sono stati chiesti per i fratelli Adelchi e Carmine Quaranta, ritenuti vicini al clan De Feo, rispettivamente 24 e 18 anni di carcere. Chiesta la condanna anche per il salernitano Fiorenzo Parotti (20 anni) e Gianluca Esposito di Giffoni Sei Casali (11 anni e 2 mesi). Assoluzione chiesta per il “gemello” Sergio Bisogni, Carmine e Daniele Mogavero di Pontecagnano. Quindi Luca Cataldo di Pontecagnano (12 anni) Marika Cancellu di Pontecagnano (10 anni); Maurizio junior Pepe di Pontecagnano (10 anni); Giuseppe Di Mauro di Pontecagnano (9 anni); Marco Ferraiolo di Salerno (9 anni e 6 mesi); Vincenzo Gorga di Montecorvino Pugliano (9 anni); Saveria Francesca Orilia (9 anni e 3 mesi); Giuseppe Munno di Salerno (9 anni); Francesco Marotta di Pontecagnano (8 anni e 6 mesi); Carmine Longobardi di Pontecagnano (8 anni); Alessio Pennasilico di Bellizzi (8 anni); Carlo Vitale (7 anni e 6 mesi); Giampaolo D’Alessio di Giffoni Valle Piana (6 anni e 10 mesi); Matteo D’Alessio di Giffoni Valle Piana (6 anni e 10 mesi); Armando Faiella di San Cipriano Picentino (6 anni e 10 mesi); Riccardo Ronga di San Cipriano Picentino (6 anni e 8 mesi); Nicoletta Genovese (5 anni e 3 mesi); Alfredo Cianciulli di Acerno (4 anni e 6 mesi); Sabato Di Lascio di Acerno (4 anni e 6 mesi); Salvatore Sannino di Torre Annunziata (3 anni); Michele Cavallo (2 anni e 4 mesi); Luca Cribari di Battipaglia (2 anni e 4 mesi); Andrea Faruolo di San Cipriano Picentino (2 anni); Gioacchino Mazzariello (10 mesi). Il pentito Sabino De Maio ed Enrico Bisogni ‘o gemello fanno il rito ordinario.
Il patto tra i clan della Piana del Sele e dei Picentini era strutturato come un’organizzazione piramidale per il controllo delle piazza di spaccio. Al vertice dell’organizzazione c’erano i fratelli Bisogni, fautori dell’accordo con i “nemici” e promotori dell’associazione per delinquere. Il ruolo di “dirigente” era affidato a Enrico Principato, che fungeva da elemento di contatto tra i due clan e provvedeva all’approvvigionamento di grossi quantitativi di droga. In suo appoggio -sempre secondo il teorema accusatorio- operava la fidanzata Nicoletta Genovese che portava i messaggi ai sodali del clan per non far risultare contatti tra loro.