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Pagani, truffe all’Inps: condanna definitiva per Santilli Provincia e Regione 

Pagani, truffe all’Inps: condanna definitiva per Santilli

“Accusa precisa e ben contestata, con motivazione puntuale e logica”: con queste motivazioni la Cassazione ha passato in via definitiva la sentenza di patteggiamento a due anni di pena ottenuta lo scorso settembre davanti al gup dal paganese Gianluca Santilli, 41enne accusato di associazione a delinquere finalizzata alla truffa a danno delle casse dell’Inps a Nocera Inferiore.
I giudici della Corte Suprema hanno rigettato il ricorso presentato dal legale del paganese, confermando le ricostruzioni della Procura nocerina guidata da Antonio Centore, che dopo la conclusione delle indagini aveva stralciato la sua posizione, con la successiva richiesta di rito alternativo presentata con la formula della pena concordata ratificata dal Gup. Contro Santilli gli inquirenti avevano raccolto una mole di prove evidente e concorde: in qualità di responsabile di zona di Federaziende Pagani, con altri presunti complici di altri territori tra Puglia e Campania, tutti rimasti fuori da questo procedimento singolo, Santilli era stato riconosciuto colpevole, con la pena a tener conto di una riduzione notevole legata alla scelta del rito. Il lavoro di accertamento cominciò dal 2018, accertando gli illeciti commessi da un gruppo di consulenti del lavoro, imprenditori e faccendieri in grado di ottenere compensazioni fittizie, denaro e conguagli per assegni di famiglia, malattia, maternità e bonus Irpef degli ottanta euro del governo Renzi, intascando fondi non dovuti per oltre due milioni di euro.
Al centro dell’attività del sistema c’erano gli studi di consulenza di Santilli e di un altro complice, che per le ricostruzioni portavano avanti le truffe. Gli accertamenti- scrive la Città- effettuati a carico dei consulenti del lavoro individuavano il loro ruolo di responsabili zonali di Federazione Pagani e Moiano, con artifizi e prassi criminose in grado di far aderire le ditte, da essi gestite, a Federaziende e all‘Ente Bilaterale Ebin. In questo modo consulenti e legali rappresentanti di 84 ditte anch’essi indagati avevano dichiarato anticipi fittizi a favore dei propri dipendenti per la somma totale di 2.107.394,10 euro, scorporata in plurimi assegni versati al nucleo familiare, per malattia, maternità bonus lrpef 80 euro, le denunce mensili Inps e sugli F24, creando così un credito inesistente nei confronti dell’erario. Si trattava di denaro ottenuto dalle casse dello Stato, in forma di rimborsi. Da qui il “buco” addebitato ai presunti responsabili.
La Cassazione ha confermato definitivamente la sentenza di patteggiamento impugnata da Santilli.

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